Acireale, 08 Marzo 2017
Conferenza stampa e convegno di chiusura
del Patto Formativo di Alternanza Scuola-Lavoro
promosso dall’Associazione Culturale editrice
“Accademia di Arti e Culture” e proposto
all’Istituto di Istruzione Superiore Gulli e Pennisi
Liceo Classico di Acireale cui hanno preso parte 24
studenti per un totale di 25 ore per l’area
giornalismo-editing condotto dal giornalista e
scrittore Rosario Rigano, di cui è qui riportato il
testo integrale di tutti gli interventi.
L'incontro è avvenuto nell'Antisala Consiliare del
Palazzo di Città di Acireale alla presenza del
Dirigente Scolastico prof. Riccardo Biasco, della
tutor interna prof.ssa Annamaria Zizza. E'
intervenuto l'assessore comunale all'Ambiente avv.
Francesco Fichera che si è intrattenuto per tutta la
durata dell'incontro dialogando con i presenti.
Moderatore è stato lo stesso Rosario Rigano.
Prima dell'inizio si è volto un pensiero
alla vera natura della ricorrenza dell’otto marzo
quale Giornata
internazionale della donna (comunemente
definita Festa
della donna) per ricordare sia le conquiste sociali,
politiche ed economiche delle donne, sia le
discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto
e sono ancora, in molte parti del mondo. Tale
giornata è ricordata a seguito di una tragedia
realmente verificatasi a New York il 25 marzo 1911,
l'incendio della
fabbrica Triangle, nella quale morirono 146
lavoratori (123 donne
e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di
origine italiana ed ebraica.
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Premessa sulla natura di questo evento:
L’alternanza scuola-lavoro imposta per Legge, quindi
obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo
triennio delle scuole superiori ed anche nei licei,
è, secondo il Governo, una delle innovazioni più
significative della legge 107 del 2015 (La (cosiddetta)
Buona Scuola, ma questo è un parere personale) in
linea con il principio della scuola aperta.
Recita il dispositivo: La scuola deve, infatti,
diventare la più efficace politica strutturale a
favore della crescita e della formazione di nuove
competenze, contro la disoccupazione e il
disallineamento tra domanda e offerta nel mercato
del lavoro. Per questo, deve aprirsi al territorio,
chiedendo alla società di rendere tutti gli studenti
protagonisti consapevoli delle scelte per il proprio
futuro.
Con l’alternanza scuola-lavoro, viene introdotto
in maniera universale un metodo didattico e di
apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo
esterno che chiama in causa anche gli adulti, nel
loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor
esterni (referenti della realtà ospitante). Noi,
come Associazione Culturale editrice, abbiamo
proposto al Liceo Classico Gulli e Pennisi, che ha
accettato, un progetto imperniato su studio ed
approfondimento del territorio e lo abbiamo fatto
con spirito di obbligo morale verso i giovani
studenti senza nessun ritorno economico ma un
riconoscimento più alto, quello di essere stati
utili e graditi a questi ragazzi i quali hanno con
me vissuto esperienze virtuali a volte esaltanti a
tratti però smorzate dalla presa di coscienza della
realtà. Noi però abbiamo portato questi ragazzi
nella vita reale, quindi attuale di tutti i giorni.
L’alternanza può favorire la comunicazione
intergenerazionale, ponendo le basi per uno scambio
di esperienze e crescita reciproca, i percorsi in
alternanza sono finalizzati anche ad incrementare le
opportunità di lavoro e le capacità di orientamento
degli studenti.
Concordiamo pienamente nel passaggio in cui,
secondo il legislatore, l’alternanza scuola lavoro è
un’esperienza educativa, coprogettata dalla scuola
con altri soggetti e istituzioni, purchè finalizzata
ad offrire agli studenti occasioni formative di alto
e qualificato profilo.
Che il percorso di alternanza scuola-lavoro può
offrire agli studenti l’opportunità di inserirsi, in
periodi determinati con la struttura ospitante, in
contesti lavorativi adatti a stimolare la propria
creatività. La comprensione delle attività e dei
processi svolti all’interno di una organizzazione
per poter fornire i propri servizi o sviluppare i
propri prodotti, favorisce lo sviluppo del “Senso di
iniziativa ed imprenditorialità” che significa saper
tradurre le idee in azione. Ma non concordiamo
nell’imporre tale metodo così massicciamente ai
licei, già oberati di carichi didattici che secondo
noi potrebbero essere anche alleggeriti.
Vero è che lo studente in alternanza non è mai un
lavoratore, ma può apprendere competenze coerenti
con il percorso di studi scelto in realtà operative
ma, ho potuto appurare che duecento ore sono
un’enormità.
Certo, pur nella differenza dei ruoli e delle
competenze, le scuole e il mondo del lavoro sono
sollecitati ad interagire per una maggiore
corresponsabilità educativa e sociale orientata alla
valorizzazione delle aspirazioni degli studenti
nell’ottica di una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva.
Noi vogliamo dimostrare, con il nostro metodo,
come da un patto formativo di alternanza
scuola-lavoro con soggetto ospitante un’associazione
culturale senza fini di lucro, possa nascere una
proposta per dare input allo sviluppo sociale,
economico e culturale del nostro territorio e di
come potrebbe formarsi anche una nuova figura
professionale ed altamente produttiva: “Il
giornalista promoter”.
Questo tipo di “giornalista” ovvero un narratore
che sappia coniugare nell’insieme la produttività di
un territorio, le bellezze paesaggistiche la qualità
e la varietà dei prodotti in esso contenuti e dei
loro derivati, con l’intento di
immergere/coinvolgere il lettore in quel classico
percorso turistico, folcloristico, enogastromico,
produttivo, sociale e culturale attorno all’Etna,
ovvero la parte più ricca e variegata di prodotti
tipici e tipicità siciliane.
E’ nostro intento creare una nuova figura
professionale legata al marketing delle aziende
produttive. Se le nostre aziende crescono e si
mantengono quindi competitive, producono reddito,
aumentano il prodotto interno lordo locale aprendo
alla possibilità di nuovi posti di lavoro.
Possono così investire in ricerca per migliorare
la qualità dei loro prodotti ed i processi
produttivi per rispettare ancor più l’ambiente di
quanto sia possibile farlo oggi.
Il giornalista promoter lavorerà non solo per la
promozione dell’azienda ma anche per veicolare la
qualità dell’ambiente di produzione che altrimenti
rimarrebbero isolati in diversi capitoli
informativi. Un vero e proprio informatore
culturale.
Oggi siamo terreno di conquista da parte di
un’agguerrita globalizzazione che sta distruggendo
le nostre piccole e medie imprese emarginando i
prodotti locali. Tutto questo perché la
globalizzazione non è stata governata soprattutto
dall’Europa.
Vogliamo allora dire con forza comprate prima il
prodotto locale per un sacco di motivi, primi tra
tutti per la qualità ed il sostegno alle imprese
produttive locali.
Prima di entrare nel vivo del nostro incontro
desidero aprire una parentesi dedicata ad un evento
organizzato tra gennaio e marzo dello scorso anno da
noi, come Associazione Culturale, in collaborazione
con Istituto Comprensivo Paolo Vasta di Acireale che
ha visto protagonisti gli alunni dell’ex seconda “d”
di detto istituto, seguiti dall'insegnante prof.ssa
Mirella Battiato, che hanno lavorato idealmente nel
Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle
dell’Aci con esplicito riferimento all’area del
Tempietto di Capomulini senza però riuscire a
visitarlo. Una classe di scuola media, questa 2^d
dell'Istituto Paolo Vasta come esempio di opinione
pubblica.
Di cosa abbiamo parlato ed approfondito nel corso
degli incontri settimanali avvenuti in presenza di
loro insegnanti. Abbiamo in primo luogo
approfondito il concetto di "Identità storica
locale" ed analizzato il significato di "Amore per
la città" così sintetizzato da uno degli studenti:.
Nel gennaio del 2016, noi alunni della II D, oggi
in terza, grazie alla guida del giornalista Rosario
Rigano, abbiamo effettuato un percorso ideale
attraverso il Parco archeologico e Paesaggistico
della Valle dell’Aci, scoprendo le innumerevoli
potenzialità del nostro territorio. Per due mesi,
ogni mercoledì, ci siamo confrontati con le nostre
conoscenze ed abbiamo compreso quanto possa offrire
a noi e alla cittadinanza la sua concreta
realizzazione.
Siamo stati portati per mano a passeggiare nei
tempi e nella storia del nostro territorio. Abbiamo
percorso le origini di molti siti e monumenti;
abbiamo verificato i fatti storico-sociali che ci
sono stati tramandati, commentandoli, talvolta in
maniera ironica, ma sempre propositiva.
Abbiamo immaginato nelle aree oggetto di studio
la vita e i rapporti sociali, anche quelli dei
nostri coetanei del tempo, ma, con grande rammarico,
in queste zone non è stato possibile accedervi per
la chiusura più che decennale decretata dalla
Sovrintendenza di Catania.
Al contrario, abbiamo preso coscienza di alcune
squallide realtà locali cui siamo abituati a
convivere, tanto da non farci più caso; per noi,
preadolescenti e adolescenti non esistono veri e
propri spazi sociali, culturali, ed ambientali in
cui far crescere la nostra creatività e fantasia, in
cui può sbizzarrirsi la nostra volontà di ricerca,
in cui possiamo fare nuove esperienze conoscitive.
Per questo, a voi, Signori dell’Amministrazioni
locali, provinciali, regionali, chiediamo che il
nostro lavoro di studio e di ricerca non rimanga
fine a se stesso, come ricordo di una delle tante
attività svolte a scuola, ma che sia portato avanti
nel riconoscimento di un sicuro sviluppo culturale
ed economico del nostro territorio.
I ragazzi della III D dell’Istituto
Comprensivo “Paolo Vasta”
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Veniamo al motivo del convegno. Per noi l’area
di competenza, nel Patto Formativo, era ed è il
giornalismo (inteso come pura informazione con
spirito di deontologia professionale ed onestà
intellettuale e l’editing inteso come bagaglio
culturale, contenutistica del pezzo redatto e poi
grafica e leggibilità di un articolo. Per il primo
punto abbiamo preso a modelli due giornalisti di
formazione e concezioni diverse Indro Montanelli (il
giornalista) ed Eugenio Scalfari (il narciso) senza
trascurare anche attori protagonisti dei nostri
giorni. Ho brevemente illustrato le sostanziali
differenze, con esempi pratici, tra giornalismo
investigativo, d’inchiesta, di cronaca e culturale.
I ragazzi hanno avuto anche la possibilità di
valutare anche interviste e spezzoni di film
significativi ed inerenti il tema del patto
formativo gentilmente forniti dalla tutor scolastica
prof.ssa Annamaria Zizza. Come ad esempio un
segmento del film “Sbatti il mostro in prima pagina”
con un giovane Gian Maria Volontè per significare
che il titolo di un articolo non lo fa mai chi ha
redatto l’articolo ed una significativa intervista
al giornalista Indro Montanelli sull’indipendenza
del giornalista dalla politica o più precisamente
dai politici. Avrei milioni di casi negativi da
citare.
I ragazzi hanno anche assistito ad una reale
rappresentazione in azienda grafica locale di
evoluzione della stampa, passando dalla composizione
manuale e stampa ad impressione; dalla preparazione
al computer ed invio alla macchina offset fino ai
nostri giorno con l’avvento della stampa digitale,
questo per capire il percorso tra creazione
dell’articolo e stampa su cartaceo.
Mantenendo fede alla nostra linea editoriale e
per essere diversi ma innovativi fattivamente,
abbiamo posto l’attenzione degli studenti sulle
politiche dei beni culturali, del turismo,
dell’ambiente e del sociale.
Per i beni culturali ma ancor più per Storia
(origini) Arti (artisti ed artigiani) Cantori
(narratori e scrittori) abbiamo visitato la
meravigliosa chiesa dedicata a Maria Santissima del
Suffragio, del quartiere omonimo detto nel gergo
locale “u quarteri ddi motti” eretta nel 1635
ed interamente affrescata nel 1750 dall’acese Pietro
Paolo Vasta, scelta per datazione e per definizione
del prof. Matteo Donato “anima antica e popolare di
Acireale”. Il percorso intrapreso dopo la visita al
sito del Suffragio è stato di natura sociale,
architettonica ed urbanistica; iniziando dall’antica
strada della marina fin nel centro storico della
città. Teatro Bellini e chiesetta di San Camillo
compresi.
Altro passaggio, che reputo assolutamente
indispensabile, è stata la visita al sito
archeologico di Capomulini, per intenderci l’area
che ospita il tempietto romano, risalente al I°
secolo a.C. in via Nissoria, 47 (chiuso da 15 anni
per opera della Soprintendenza di Catania ma
abbandonato da sempre e che noi, con uno sforzo
immane, come Associazione Culturale, sollecitando a
più riprese, prima il Dirigente Regionale ai Beni
Culturali e all’Identità Siciliana, Dottor Gaetano
Pennino, che non ringrazierò mai abbastanza per la
cortesia e disponibilità dimostrate e poi la
competentissima e fattiva Dottoressa Maria Costanza
Lentini responsabile del Polo Archeologico Regionale
di Catania ed il Suo preziosissimo staff, ma
soprattutto il Comune di Acicatena e l’Assessore
Francesco Fichera che hanno reso possibile
scerbatura e pulizia del sito dell’area archeologica
consentendo così il nostro ingresso, il primo dopo
15 anni, al sito indicato, da cui si diparte un
percorso paesaggistico e naturalistico di rara
bellezza e varietà di flora e fauna, verso il Faro,
accomunando così archeologia ed ambiente. Grazie
alla presenza dello studioso di glottologia e storia
greco-romana Alfredo rizza, i ragazzi hanno potuto
apprendere e gustare particolari inediti e poco
conosciuti del tempietto in questione, oltre a
passaggi legati all’origine stessa delle parole
comunemente usate, nel dialetto come nella lingua
italiana ed altre europee.
Carla Pellicori, rende partecipi i presenti
della sua esperienza: Chi conosce davvero Acireale?
La città dai cento campanili nasconde bellezze
poco note ai più. Non solo centro storico, ma anche
vicoli, stradine, quartieri fanno di Acireale un
luogo tutto da scoprire, una città ancora viva delle
sue origini e delle sue tradizioni, dai nomi
parlanti, che narrano una storia. Come la chiesa del
Suffragio, situata nel quartiere omonimo che nel
parlato popolare viene chiamato “quarteri ddi
motti”.
Questo nome deriverebbe infatti dalla funzione
protettrice della Madonna del Suffragio, alla quale
è intitolata la chiesa, verso le anime purganti.
La chiesa venne costruita nel 1634 per iniziativa
di Giuseppe Costarella (abitante del luogo) e grazie
al contributo fondamentale degli abitanti del
quartiere, povera gente che diede fondo a tutti i
propri risparmi per riuscire ad erigerla.
Queste masse di indigenti, spesso pescatori,
lavandaie o manovali di vario genere, tornati da
lavoro sentivano l’esigenza di raccogliersi in
preghiera, ma non venivano accolti nelle chiese
principali, la basilica di San Sebastiano e la
Cattedrale, sia per il loro basso ceto sociale, sia
per la mancanza di igiene dovuta alla loro misera
condizione economica.
Tuttavia il loro fervore religioso e la ricerca
di riscatto sociale, uniti ai numerosi sacrifici, ci
permettono di vedere la chiesa cosi com’è oggi,
abbellita dai meravigliosi affreschi del pittore
Pietro Paolo Vasta e dalla statua della Madonna
forgiata in Francia. La presenza di un’ unica
navata, dovuta alla mancanza di fondi, sembra
rendere la chiesa più raccolta e crea un’atmosfera
che induce il fedele alla riflessione.
Colui che entra nell’edificio ottiene, grazie
alle dimensioni raccolte e ai colori tenui, il
conforto, tanto agognato da quella povera gente che
rese possibile la costruzione della chiesa. Conforto
che ai giorni nostri ricevono gli umili nella chiesa
di Santa Maria Delle Grazie, seconda tappa del
percorso ideale fra le bellezze meno note di
Acireale.
Anche questa chiesa nel corso degli anni ha
assunto un nome che non è il suo, viene chiamata
infatti S. Camillo, in quanto, appena ultimata la
sua costruzione nel 1730, fu affidata alla cura dei
Camilliani. Nel corso dei secoli fu aggiunto un
Ospizio in cui nel 1996 fu aperto il Centro di prima
accoglienza Casa Sollievo San Camillo, che da quella
data ha aperto le porte della chiesa a chiunque
chieda aiuto, senza pregiudizi razziali o religiosi.
E cosi il sogno degli ultimi di creare uno spazio
per loro si è trasformato in una chiesa alla portata
di tutti, animata da vera fede e mai pronta ad
arrendersi.
Acireale, di cui abbiamo finora scoperto il lato
spirituale e semplice del ceto popolare, nella
seconda metà del 1800 presenta in realtà anche un
carattere mondano. Quindi, mentre i più umili
cercavano conforto nel credo religioso, i nobili
tentavano di dare sfarzo ed eleganza alla città con
l'edificazione del teatro Bellini che diventò un
punto di incontro tra le figure acesi di maggior
spicco fino al 1952. Il 15 febbraio dello stesso
anno, il teatro venne distrutto da un misterioso
incendio e casualità, a distanza di soli due giorni
fu inaugurato il cine-teatro Maugeri.
Questo suscitò le prime polemiche ma stimolò la
gente a chiedere la ricostruzione dell'edificio.
Malgrado ci siano già stati diversi tentativi di
ricostruzione, il teatro appare ancora chiuso al
pubblico, probabilmente per l'errata progettazione e
per l'inadeguata gestione dei fondi.
Di questo sperpero rimane prova nella facciata
ormai fatiscente e negli interni malmessi, ma
nonostante le frequenti denunce da parte dei
residenti, la situazione rimane invariata.
Non è l'unico caso di mal gestione dei fondi,
della quale abbiamo un esempio lampante nella Villa
Belvedere, fiore all'occhiello di Acireale, da
troppo tempo inaccessibile. La villa, luogo di
attrazione turistica e stupendo balcone sulla
borgata marinara di Santa Maria La Scala, è anche il
più esteso spazio verde della città, apre i battenti
solo nelle grandi occasioni e nel periodo estivo,
precludendo la possibilità di accedervi a chi
intenda visitarla.
Purtroppo il dispendio del denaro pubblico e l'
incapacità nella gestione delle risorse fanno di
Acireale una città poco attrezzata per la costante
offerta di attrazioni turistiche, ma che in realtà
offrirebbe siti poco valorizzati e riescono a
stupire solo quel turista che ha il coraggio di
andare oltre i “soliti luoghi comunemente indicati”.
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Per arrivare a tutto questo, il nostro impegno
parte dal lontano 2010, non abbiamo certo trovato la
tavola imbandita, abbiamo dovuto fabbricare il
tavolo, abbiamo dovuto scegliere con che cosa
apparecchiarlo, motivarne la scelta, selezionato gli
invitati ed alla fine presentare il menù. E non è
stato facile. Altri adesso troveranno tutto pronto
senza investire un solo euro. Noi vorremmo che
l’istituzione locale cercasse di mantenere la
sovranità sul sito, senza affidarne immagine e
gestione ad altri d’oltre stretto, come già accaduto
in casi recenti; insomma la possibilità di poter
intervenire per suggerirne anche modalità di
utilizzo e/o gestione.
A questo passaggio, la nostra Associazione, ha
dedicato una pubblicazione che chiarisce tutti quei
punti che sono stati sempre ignoti anche per la
maggior parte dei residenti. Un libro che narra la
storia e le evoluzioni o involuzioni di un sito che
potrebbe riservare ancora piacevoli sorprese
culturali da sfruttare in modo costruttivo. Preciso
che secondo me non c’è più nulla da riportare in
superficie e quindi di scavare.
Alla tutela dell’ambiente abbiamo accostato anche
le politiche culturali, alimentari e salutistiche in
un percorso turistico, folcloristico,
enogastronomico, produttivo, sociale e culturale
attorno all’Etna. Abbiamo parlato della nostra ricca
e variegata produzione, peculiarità e culture che
contraddistinguono l’area etnea. Tutto questo per
formare una nuova figura professionale e di cultura
atta a ricevere un turismo di qualità e d’elite
perché il turismo muove tutto.
Ho portato un esempio di cosa muove il turismo a
partire dai trasporti, dalla ricettività e poi la
ristorazione. Un ristorante ad esempio, muove
economia per l’ortofrutta, il pescato, le carni,
l’enologia ed il beverage in genere, la pasta, il
pane, le farine, i lavoratori, i servizi e
tantissimo altro. Tutto questo genera reddito e
prodotto interno lordo locale e nazionale compresi
posti di lavoro.
Tutto questo ha alimentato una nostra prossima
edizione libraria, una trilogia imperniata
sull’Etna; quel Percorso Turistico, Folcloristico,
Enogastronomico, Produttivo, Sociale e Culturale
così distinto: Antologia dell’Etna, Nel Mare
dell’Etna e le Stagioni dell’Etna il cui lancio
avverrà alla fine di questo mese o nella prima
decade del mese di Aprile nella prestigiosa Nuova
Libreria Bonaccorso sita nei pressi di Piazza
Università a Catania. Abbiamo così creato uno
strumento specifico di ampia diffusione quale il
libro che da’ la possibilità a questo “narratore” di
esprimersi o cimentarsi nella narrazione del
territorio e dei suoi contenuti.
Conclusione
In ultimo, per quanto concerne questa
introduzione mi piace riportare un breve passaggio
contenuto in un rapporto annuale dell’ONU.
Nei grandi processi di cambiamento, climatici,
economici, sociali, si impone il ruolo delle città.
Esse rappresentano nel loro insieme il luogo, oggi,
più abitato del pianeta, il centro di produzione e
di distribuzione dei consumi, della trasformazione
delle risorse naturali, del degrado delle materie
prime, dei consumi idrici e dell’energia. I fenomeni
urbani di crescita demografica e di consumo del
suolo, hanno determinato conseguenze complesse nello
sviluppo delle città, nell’uso dello spazio, negli
stili di vita e nel rapporto tra l’individuo e
ambiente.
In positivo, molti studi anche recenti le
accreditano come i luoghi dove la creatività si
incrocia con disponibilità tecnologiche e nuove
costellazioni sociali. La città, quasi organismo
vivente, utilizza i flussi delle diverse energie che
la percorrono, anche intellettuali e culturali, come
capacità di dare risposte innovative, di proporre
soluzioni. E’ in questo modo che mantiene e amplia
la sua capacità d’attrazione, pur operando nello
squilibrio tra il crescere dei problemi e della loro
difficoltà e la vivibilità quotidiana. La città
resiliente.
Le indicazioni delle Nazioni Unite richiamano a
meglio definire proprio il ruolo delle città nelle
politiche culturali e ambientali, per la
conservazione, protezione e miglioramento della
qualità dell’ambiente vitale, acqua, aria, suolo, e
biodiversità. Individuano a questo scopo vari
strumenti di applicazione: pianificazione
territoriale, coordinamento delle differenti
politiche pubbliche, educazione e informazione, le
Agende 21 locali, in modo da assicurare un
un’evoluzione sociale ed economica che migliori la
qualità della vita attraverso attività che
soddisfino gli obiettivi dello sviluppo durevole e
sostenibile.
L’elenco delle iniziative concrete fa riferimento
a quanto, emerso da tempo dalle indicazioni
dell’economia circolare, è proposto con continuità e
insistenza: riqualificazione e ricomposizione
urbana; manutenzione del territorio, del suo assetto
idraulico e antisismico, delle reti che lo
ricoprono; ciclo integrato dei rifiuti per la loro
riduzione e trasformazione in risorsa ancora
utilizzabile; abbattimento degli inquinanti con
efficaci tecnologie “soft”; ristrutturazione delle
reti di trasporto delle persone e delle merci; fonti
energetiche rinnovabili per la mitigazione dei
cambiamenti climatici e per la realizzazione della
smart city; agricoltura urbana per la sicurezza
alimentare; valorizzazione dei beni storici,
culturali e paesaggistici. Rappresentano
un'occasione e gli elementi concreti per la
transizione dalla produzione di quantità alla
qualità. Sarebbe in questo caso opportuno parlare
del brand della città ma lo faremo in altra sede.
Noi, come Associazione Culturale “Accademia di
Arti e Culture”, abbiamo scritto e documentato
pagine culturali sicuramente inedite in questa
città, abbiamo una storia e meritiamo rispetto. |