.

.

.

Alì (Messina)
 

 

 

Arroccato sulle giogaie di una collina, fra Itala ed Alì Terme, Alì Superiore è un paese aperto, un paese in cui il senso del chiuso presente nelle viuzze e nei vicoli della parte alta, muore nella parte bassa e precisamente nella piazza "Duomo", l'unica del centro abitato e nella rotabile asfaltata, che si apre con la qualifica di bivio, ad Alì Terme e che collega i due centri urbani dopo un ripidissimo percorso di sei chilometri, tra oliveti e terreni scoscesi, con strapiombi di oltre 100 metri.

Sino ad una diecina di anni addietro, Alì Superiore era sede di varie fabbriche (casse e cassette per imballaggio, gesso, scagliola e ghiaccio), che davano lavoro a buona parte degli abitanti.

 

Alì, centro collinare della provincia di Messina, dista dal capoluogo circa 30 km. Adagiato sui monti Peloritani, sorge alle pendici del colle S. Elena a 450 metri s.l.m. Affacciato al sole, è stato definito “una veranda pensile sullo Ionio”, per la sua felice posizione panoramica, che fa godere la magnifica vista del Mare Ionio e di tutta la riviera orientale della Sicilia; specie di sera, fa ammirare lo spettacolo incantevole delle coste calabresi e dello Stretto di Messina. Tutto il panorama è dominato dalla possente mole dell’Etna. E’ apprezzato per il patrimonio architettonico, per il suo clima mite, per l’aria purissima e per l’acqua limpida e fresca delle sorgenti naturali. Alì conta circa 1000 abitanti. La sua economia, un tempo sostenuta da una fiorente agricoltura, oggi prevalentemente si regge sul terziario.

Il nome Alì, per taluni, ha origine greca, da Elim, in riferimento alla colonia greca Elide, da dove sarebbero venuti i fondatori del paese. Per altri, ha origini musulmane e sarebbe un omaggio al Califfo Alì, genero di Maometto.

Il paese, fondato nel 638 a.c. sul pianoro Mollerino, dai coloni dell’Elide, ricadeva nel territorio di Zancle Messina, ma i primi abitanti, tormentati dalle incursioni dei pirati, si trasferirono molto più in alto, sul Monte Scuderi, da dove, a causa del rigore del clima, poi si allontanarono stabilendosi nel sito attuale. La sua impostazione urbanistica presenta due nuclei, l’insediamento di probabile ascendenza islamica, sulle pendici meridionali del Monte S. Elena, e l’espansione tardo-cinquecentesca, sull’altura collinare orientale, dove, nell’anno 1574, era stato costruito un convento dei frati Cappuccini.

 

Le uniche notizie sulla storia antica e medioevale di Alì sono riportate dal frate cappuccino aliota fra' Serafino d'Alì (1701-1768), il quale nel 1754 stilò un prezioso manoscritto dal titolo:Della Storia di Alì e suo territorio, ovvero sua fondazione ed origini e quanto in essa si racchiude e si contiene ricco di notizie sulle origini del paese. Secondo il testo, Alì sarebbe stata fondata, nel 638 a.C., da colonizzatori greci provenienti dall'Elide, regione della Grecia situata nella parte occidentale del Peloponneso. L'originario abitato era situato sull'attuale Piano Mollerino, molto vicino al Promontorio d'Alì ed a breve distanza dal mare. Successivamente, forse a causa di scorrerie piratesche, l'abitato di Piano Mollerino venne abbandonato, si optò per un sito senza dubbio più sicuro: l'altipiano in cima al Monte Scuderi. Tale insediamento non si rivelò adatto, essendo estremamente esposto ai venti e alle intemperie, soprattutto durante l'inverno. Si decise di spostare l'abitato in un terzo sito, alle pendici del Monte Sant'Elena, dove la cittadina crebbe e prosperò fino ai nostri giorni.

 

La cittadina di Elis, così chiamata dai suoi abitanti in ricordo della madrepatria, era posta sotto la giurisdizione della polis greca di Zancle (Messina). Con molta probabilità, gli abitanti dell'antica Elis erano dediti all'agricoltura e specializzati nello sfruttamento delle abbondanti risorse minerarie del territorio circostante.

Nel 250 a.C., in occasione della Prima guerra punica, che vide contrapposti i Romani, alleati dei Mamertini padroni di Messina, contro i Cartaginesi alleati di Siracusa, Elis subì la distruzione da parte dei siracusani guidati dal Tiranno Gerone II. Dopo questo drammatico evento non abbiamo più notizie storiche sull'antica Elis, non sussistendo informazioni riguardanti l'età romana, bizantina e araba.

 

Alì conobbe nei secoli XVI e XVII un periodo di notevole floridezza economica ed artistica che portò ad una grande fioritura di monumenti, tutti inquadrabili nella corrente chiamata Manierismo e che vede in Alì un centro significativo, perché qui, mista alla cultura decorativa locale, si espresse con un lessico particolare.

 

Autore per il Comune di Alì dr. Santi Emanuele Savoca

 

Ad ovest l'abitato si affaccia ai primi contrafforti dei Peloritani, il cui verde, un verde fitto che non da tregua all'occhio, sale dolcemente per i pendii, fino a raggiungere i più alti crinali. Verso la marina, si domina la liquida distesa dello Ionio, un bel paesaggio, in cui i capi di Alì e di Sant'Alessio, sovrastano le bianche macchie degli agglomerati, disseminati tra il bel verde della costa. ben visibile l'estremo lembo del litorale calabro, riposante sull'immenso velluto del mare. Pochi ad Alì Superiore i rumori: qualche trillo di uccello, qualche coccodè di gallina, qualche latrato di cane in lontananza. Tolti questi rumori, ad Alì domina sovrano il silenzio e quando si sente il rombo di qualche macchina, o il suono di qualche giradischi si rimane stupidi poiché Alì ha saputo conservare la sua tradizionale vocazione alla vita rusticana.


Il Paese conserva ancora, nei ballatoi e nei cunicoli dei vecchi vicoli, la sua antica fisionomia medievale e quasi ci si attenderebbe di vedere sbucare, da qualche angolo appartato, qualche baffuto soldato con elmo ed armatura di alcuni secoli fa, a turbare, col suo passato militaresco, la bella pace del luogo.

L'abitato, principalmente costituito da vie e viuzze strette e tortuose, è tutto raccolto attorno alla Matrice; e gli orti, che viveggiano accanto alle case, creano morbidi tappeti di verzura, mentre i fichidindia, qua e là ovunque, ci richiamano a lontananze orientali, a qualcosa di primitivo e di selvaggio.

 
Non mancano ad Alì Superiore, le viuzze di stampo campagnolo, come la via "Spirito Santo", dove il visitatore, oltre al silenzio, può trovarvi la poesia di certi balconi con la piante grasse, la gioiosità di certe terrazze con le pergole, in un atmosfera di grazia e di semplicità. Queste sono le cose che possono costituire oggetto di osservazione e di riflessione da parte di quanti visitano il paese.

Oggi Alì Superiore non è più il paese di un tempo, con 27 chiese e un Monastero. Le guerre, le rivoluzioni, e sopratutto lo spostamento delle popolazioni dalla collina verso la piana, che per la vicinanza col mare, e per la mancanza di accidentalità del suolo, offriva migliori condizioni per moderni insediamenti umani, hanno portato lentamente, ma inesorabilmente, al declino di questa antica Terra, fino a ridurla, dalla dignità di Capoluogo di Mandamento, al ruolo di piccola località di Provincia, con meno di 1000 abitanti.

 

 

 
 

 

Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture".

   Riproduzione riservata

Portale del Turismo Siciliano - quotidiano online - www.siculina.it

Testata giornalistica indipendente online - Registro Giornali e Periodici presso il Tribunale di CT n. 29/2003 

Editrice: Associazione Culturale - "Accademia di Arti e Culture" - R.O.C. n. 21595

Codice Fiscale: 90047080875 - direttore responsabile e direttore editoriale Rosario Rigano 

                by Rosario Rigano