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2023
 
 
 
 
 
 
 

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Concetto di Bello e significato di Bellezza

   Nei nostri piani di studio un’analisi su “Bello” e “Bellezza”

 

   In questa narrazione che ho chiamato “La Bellezza nei Beni Culturali” non figura il termine “Bello” che meglio si adatterebbe al contenuto del libro e al significato stesso dei concetti inerenti i Beni Culturali. Ma servono alcune premesse. Non basta l’erudizione, l’arte deve scuotere i sensi.

 

   Il brano che segue è tratto dal saggio sul Bello (1741) di Padre Andrè (Yves-Marie Andrè - gesuita ed erudito francese del ‘700). “Niente è Bello fuorchè il vero”.

 

   Prefazione dell’editore francese tratta dall’ultima edizione di Parigi del 1820.

 

  Scrive: Sembra che questa definizione del Bello, di un autore di così giusto talento, e così metodico, dovrebbe essere a sufficienza per far conoscere ciò ch’è il bello; ma sia che gli autori seguano l’opinione di Boileau sopra il Bello, o che da essa si allontanino, non si trova punto d’accordo tra di loro. Gli uni non separando la definizione del Bello dalle idee, dalla morale, dalla virtù e dalla pubblica utilità, non perdono di vista giammai questo punto importante, che il gradevole, che lusinga i sensi e commuove dolcemente gli organi dell’uomo sensibile, cessa di esser Bello se non contribuisce al bene generale della specie umana; gli altri poi, considerandolo sotto il suo rapporto coi sensi e relativamente alle arti d’imitazione, sono forzati a separare il Bello ideale dal Bello convenzionale.

 

   Nella prefazione si da’ atto: “Noi siamo di sentimento che la maggior parte degli autori, hanno in questa materia confuso il Bello con la Bellezza. La Bellezza a nostro avviso, come il dizionario dell’Accademia ha limitato la sua significazione, è la giusta proporzione delle parti del corpo, con una gradevole mescolanza di colori; cioè, secondo noi, quello che piace ai sensi, e soprattutto alla vista, per cagione di una certa preparazione, che si trova tra le parti di qualche tutto.

 

   Il Bello preso isolatamente ed essenzialmente è la riunione delle qualità, che piacciono ed allettano, qualunque siano gli organi e gli esseri sensibili, che ne sperimentano gli effetti. Aggiunge; “C’è il Bello in generale, il Bello visibile, il Bello essenziale, il Bello naturale, il Bello arbitrario”.

 

   Mia conclusione; Non potendo discutere con giovani studenti questo lato filosofico dell’autore, ho preferito all’inizio semplificare nel titolo il concetto che ne contiene poi le varie estrinsecazioni sopra riportate. 

 

   Perché viene usato il termine ”erudizione”: Ampio corredo di cognizioni e informazioni relative a uno o più campi del sapere: erudizione. filologica, giuridica; spesso in senso limitativo (contrapposta a cultura) Qui la differenza tra erudizione e cultura.

 

   Il colto è colui che trasmette cultura e non è mai semplicemente un erudito, ma è colui che fa propria la conoscenza per poi avere la capacità di decodificarla nel modo più semplice possibile.

 

   Cosa sono le opere di erudizione? Sono il complesso delle cognizioni acquisite in una o più discipline con profonda e spesso minuziosa conoscenza di dati e di particolari: erudizione. storica, giuridica, filosofica, musicale, filologica; opera di vasta erudizione.

 

  «Quando il godimento precede la vista chiara e distinta delle perfezioni dell’oggetto che ci colpisce, io convengo che quest’oggetto ci piace perché ci fa piacere o in conseguenza del piacere di cui ci ha prevenuti. È il modo attraverso cui gli oggetti sensibili ci sollecitano ad amarli, si fanno sentire prima di farsi conoscere. Entrano così nel cuore approfittando delle tenebre». Sono parole di Yves-Marie André (1675-1764), meglio noto come le Père André, gesuita ed erudito francese del ’700, autore tra l’altro del Saggio sul Bello (1741) da cui ho tratto il virgolettato in apertura.

 

   Può accadere che prima della mente le opere (perché di queste qui si scrive) tocchino corde meno definibili, più legate ai sentimenti, che albergano, così almeno fantastichiamo, dalle parti del cuore. All’utilità dell’erudizione, son sempre più convinto, debba precedere, succedere o accompagnarsi «il compiacimento dei sensi e il diletto delle passioni».

 

   Perché tutto questo? Chi sono gli artefici della bellezza? Arti, Mestieri e Professioni ne sono espressione primaria.

 

   Il senso etico ed estetico del paesaggio porta alla bellezza, in questo modo il paesaggio va oltre la sua definizione. Bello: Conoscenza, armonia, comprensione.

 

   Il concetto di “Bello” secondo Yves-Marie Andrè.

   Scriveva padre Yves-Marie Andrè nel 1741: Io non so per quale fatalità accade, che le cose, delle quali di più si parla fra gli uomini, sono ordinariamente quelle che meno si conoscono. Tal'è, fra le mille altre, la materia che io intraprendo a trattare, cioè il Bello. Del Bello tutto il mondo ne parla, tutto il mondo ne ragiona. Non vi è affatto circolo nella corte, non vi è affatto unione di società nella città, non vi è punto luogo nelle campagne, e non vi sono neppure le volte nè nostri tempi, che non ne rimbombino. Si vuole il bello dappertutto, il bello nelle opere della natura, il bello nelle produzioni dell'arte, il bello nelle opere di spirito, il bello nei costumi; e se si trova qualche idea di bello, può dirsi che ciascuno è colpito, è sorpreso, commosso ed allettato. Ma ciò da che accade? Domandate in una compagnia alle persone, le quali sembrano le più invaghite del Bello: che cosa è il Bello, che incanta la mente? Quale ne è l'essenza, la natura, la nozione precisa, la vera idea? Se il Bello è qualche cosa di assoluto, o di relativo? Se vi è un Bello essenziale e indipendente da ogni istituzione? Un bello fisso e immutabilmente tale? Un Bello che piace, o che ha il diritto di piacere alla Cina come in Francia; ai medesimi Barbari come alle nazioni più evolute? Un Bello supremo, che sia la regola ed il modello del Bello subalterno, che noi vediamo qui in terra?

 

   Vi è un Bello essenziale ed indipendente da ogni istituzione umana nonchè divina; Che vi è un Bello naturale ed indipendente dall'opinione degli uomini: finalmente che vi è una specie di Bello d'istituzione umana, e ch'è arbitrario fino ad un certo punto.

   L'obiettivo che ci siamo posti è quello di avvicinare e coinvolgere i ragazzi alla comprensione e valutazione di principi e culture insite nel senso del Bello in quanto tale. Non un bello a sé stante ma parte prominente del contesto urbano, oggi che sta prevalendo l’orrido, il disagio, il kitsch inteso come pessimo gusto ma spacciato per arte, lo smarrimento di modelli e culture formative.

   Non basterà questo articolo, questa disamina che coglie radici, se vogliamo storiche, e profondamente culturali. Se non vogliamo alimentare la cultura del decadimento dei valori estetici e del buon senso occorre fare di questo concetto una materia di studio come nelle nostre intenzioni; unico problema è trovare disponibilità nella scuola con insegnanti referenti che apprezzino e sposino il nostro, non più progetto, perché episodico, ma piano di studio continuato e diffuso. Il concetto di Bello viene espresso con l’arte e in ogni arte c’è sempre un margine per esprimere questa concezione; basta un particolare per esaltarne i valori e loro impatto sociale. 

Rosario Rigano

 

 

 

 

 

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