|
Nuove scoperte ed interpretazioni del periodo preistorico, non
annullano o escludono le attuali conoscenze, anzi le
arricchiscono. Solo chi rimane ancorato alle sole cose che sa,
può temere tali evoluzioni sociali e culturali.
In merito al libro “Il tempietto romano di Capomulini, non si
guardi al tempietto (romano) come simbolo del passaggio di una
élite sul modello imperiale di Roma, ma di barbari mercenari e
sanguinari (che pensavano solo al proprio agio ed interessi)
assoldati dalla Roma imperiale per assoggettare altri popoli per
i loro interessi politici espansionistici che particolarmente in
Sicilia, dopo le strettissime imposizioni dei greci prima, con
l’usura nell’agricoltura e poi dei princìpi dello schiavismo;
loro (i romani, con le loro ragioni politiche, protagonisti di
una delle più sanguinose invasioni mai avvenute in terra di
Sicilia) applicarono la schiavitù e l’esproprio. Per mezzo di
questo libro, si pensi invece alla continua evoluzione,
trasformazione del territorio, della consapevolezza acquisita da
chi viveva, sulla propria pelle, tutto quanto imposto dai vari
dominatori. Si guardi anche ad un punto di riferimento, di
arrivo, certo ma, anche di partenza per la drammatica
costruzione dell’identità siciliana. Sono questi luoghi di
preistoria e protostoria che nascondono ancora, non
necessariamente nel sottosuolo, ma nelle memorie ancestrali dei
luoghi i riverberi dei primordi, delle origini di civiltà e
culture nate con l’uomo quale compimento dell’universo. Si
guardi inoltre all’evoluzione dei paesini, a monte e a valle
della Timpa di Acireale, tra essi limitrofi, ai borghi marinari
e collinari; alle comunità, facies, culture e modus vivendi. Da
lì è tutto un divenire per creare “sapere sociale” ed emarginare
il dilagare dell’analfabetismo funzionale. Questa è storia anche
se non riportata nei libri di storia.
"Non sarà il demone a scegliervi, sarete voi a scegliere il
vostro demone. La virtù non ha padrone. E ognuno ne avrà in
misura maggiore o minore a seconda che la onori o la disprezzi.
La responsabilità è di chi sceglie. Il demone è senza colpa."
Platone
|
|