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Da molti anni ormai, politici, burocrati, giornali,
giornalisti ed assimilati hanno riempito i media con
termini come globalizzazione, intelligenza artificiale,
cancel culture, ideologia gender, woke (che rappresenta
il vero razzismo sociale), tutto questo apporterebbe come
liberalizzazione di tutto, di competenze, di conoscenze
quindi di tutto ciò che forma la vita e la personalità
individuale. In realtà l’anarchia ha preso il
sopravvento; La scuola si è persa e quella ritenuta di
indirizzo umanistico è rimasta aggrovigliata in modo
feticistico alle rimembranze ellenistiche. Non ha più
motivo di esistere l’erudito, lo studioso o il
pensatore. Tutto ormai è stato inglobato nel
genericissimo termine “cultura” anche l’intrattenimento
più banale o più becero. Ma il dato più grave in
assoluto è il sopravanzare, in modo violento, di
ideologie che si pensava non esistessero più ormai da
decenni. Tutto è razzismo, tutto è fascismo, tutto è
oppressivo, tutto è patriarcale; il che, visti i
disordini sociali causati da frange violente delle
sinistre e prole annoiata di ricchi ed agiati
sinistroidi non mi pare assolutamente dimostrabile.
Tornando all’erudizione, alla cultura alla conoscenza e
all’istruzione ecco come Treccani esemplifica due
termini: Erudizione - Complesso di cognizioni
acquisite in uno o più campi del sapere, attraverso la
ricerca ampia e minuta di dati e notizie, non sempre
accompagnata da originalità di pensiero e finezza di
gusto (e in ciò si distingue dalla cultura): e. storica,
archeologica, filologica, giuridica; e. universale,
enciclopedica; uomo di rara, vasta, peregrina,
meravigliosa, pedantesca.
Cultura
- L’insieme delle cognizioni intellettuali che una
persona ha acquisito attraverso lo studio e
l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e
profondo ripensamento così da convertire le nozioni da
semplice erudizione in elemento costitutivo della sua
personalità morale, della sua spiritualità e del suo
gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé
e del proprio mondo.
In effetti, l’enciclopedia Treccani non estrinseca per
nulla il termine “erudizione” mentre dedica una intera
pagina ad esempi sulla cultura (che io ho sintetizzato
per ragioni di spazio e di utilità). Una delle
riflessioni più belle da parte di un “erudito”
francese riguarda il “concetto di bello” o meglio
“Saggio sul Bello” (1741) di Padre Andrè (Yves-Marie
Andrè - gesuita ed erudito francese del ‘700). “Niente
è Bello fuorché il vero”.
Con Prefazione dell’editore francese tratta dall’ultima
edizione di Parigi del 1820. Dopo di che il vuoto più
assoluto perché all’erudito si sono sostituiti i critici
di ogni genere. L’argomento è stato da me trattato nel
libro “La Bellezza nei Beni Culturali” edito da
Associazione Culturale editrice “Accademia di Arti e
Culture”.
Da ciò, ed in questo triste momento storico, si può
desumere come erudizione e cultura siano oggi
letteralmente morte e sepolte.
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