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Furnari

 (Messina)

 
 
 
 
 

 

 

   La storia racconta che il paese di Furnari abbia origine intorno al 1300, allorquando un certo Filippo Furnari da Genova si trasferì in Sicilia. Questi, in cambio di servizi resi all’imperatore Federico II, ottenne da lui il titolo di Barone di un territorio di circa 1300 ettari, che si estende dal Monte Croce sino al mare. Costruì un castello, dando origine a un borgo feudale, che per più di quattro secoli fu amministrato e governato dalla Famiglia Furnari.

   Nel 1691, il territorio di Furnari, divenuto nel frattempo ducato, fu venduto ad Antonio dei Principi Marziani, la cui famiglia ne conservò il possesso sino al 1813 circa, allorché fu abolito il feudalesimo e il piccolo abitato divenne il "Comune di Furnari". Le origini di Furnari rimontano al secolo XIII.


   Il paese fu fondato da un certo Filippo Furnari, genovese, il quale ebbe concesse dagli Svevi alcune terre della comarca di Patti.


   Un tempo Furnari era dotata di una rocca.


Nel 1282, il re Pietro d'Aragona, essendosi fermato a Furnari per parecchi giorni con tutte le sue genti per intimare la resa a 1000 Francesi che si trovavano nel castello di Milazzo, confermò al feudatario del luogo, Pietro Furnari, la proprietà e la terra, già confiscata da Carlo d'Angiò.


   I suoi discendenti rimasero in possesso del territorio, conservando il titolo baronale, ed acquistando quello ducale nel 1643 con Antonio Furnari.
Nel 1813, la terra di Furnari, libera da ogni vassallaggio, si costituì a Comune, con magistrati propri.


   Dalla fine del 1600 ai primi del 1700, e precisamente dal luglio 1692 fino al Maggio del 1703, fu arciprete di Furnari Giuseppe Millemaggi, celebre predicatore apostolico, ed autore di alquante orazioni panegiristiche. Predicò a Napoli, a Palermo, e a Roma, presso il Papa.


   Furnari ha due scrittori e poeti, molto apprezzati e conosciuti in campo nazionale: il prof. Felice Conti e il prof.Lorenzo Chiofalo.


   Secondo i critici, il Conti è un poeta dalla vena limpida e delicata, ed uno scrittore, dal realismo verghiano.


   Egli è autore di "Sensazioni", di "Hanno rubato un cipresso", di "Un'occhiata di sole", e di "Una vita così".

Situato su di un poggio, a tre chilometri da Terme Vigliatore, fra Mazzarà Sant'Andrea e Falcone, Furnari è un paese tranquillo, un centro di anticha fondazione, che domina, da secoli, la piana.


   Molto attiva, a Furnari, è l'iniziativa pubblica e privata, che in questi ultimi anni, col rinnovamento di abitazioni, e con la realizzazione di vie, di piazze e di villette, ha dato un nuovo volto al paese, rendendolo più accogliente ed interessante ai forestieri.

   Furnari è un fiorente centro agricolo. Vi si coltivano olivi, viti, agrumi, alberi da frutta, ortaggi.

   Non mancano a Furnari, i palmenti ed i frantoi, che testimoniano la vitalità agricola di questo ridente centro collinare, che sin dalla sua fondazione, ha tratto dai prodotti della sua terra, l'olio e il vino i mezzi necessari alla propria esistenza.


   Rilevante a Furnari, è la produzione del vino rosso, fra i più pregiati dell'Isola, e kolto ricercato nei mercati isolani.


   Furnari, in quest'ultimi tempi, ha risentito non poco del grave fenomeno dell'emigrazione, come pure delle trasformazioni industriali, apportate dal progresso tecnologico. la sua popolazione infatti, dal 1965 ad oggi, ha subito un calo di 250 unità, mentre le vecchie industrie di paste alimentari e di conservazione del pesce sono state sostituite, per ragioni di adeguamento ai tempi nuovi, da un'industria per la lavorazione del marmo.


   Ma nonostante la contrazione degli abitanti, Furnari non ha perduto le sue prerogative agricole, e s'impone ancora sui mercati siciliani, specialmente col suo vino rosso; mentre l'insediamento delle nuove industrie, che ha dato nuovo prestigio al paese e nuova linfa all'economia, ha costituito, e continua a costituire, uno stimolo per il rientro "in loco" degli emigrati, e di conseguenza, una valida occasione per far risorgere il paese dal decadimento di questi ultimi anni.


   A Sud Furnari è chiuso da un ampio scenario di monti, dalle varie e tipiche forme, dominati dall'imponente Rocca Salvatesta.


   Verso la marina, di là dalle belle distese di agrumeti, che sfogano la lucentezza del loro verde di bosco sulle bianche macchie dei paesi e dei villaggi sparsi, si apre la liquida distesa del Tirreno, col promontorio di Tindari ad Ovest, con la punta di Milazzo ad Est, e con le isole Eolie a Nord.


Il paese ha vie strette e tortuose, fiancheggiate da case alte, il cui colore predominante è il giallo, ed i cipressi, qua e là ovunque, sono una nota di austerità, sul lussureggiante degli oliveti e dei vigneti disseminati all'intorno.


   Bello il viale "della Rimembranza", diritto ed alberato, col suo monumento ai Caduti. Sul piedistallo è scritto:


  "Furnari agli eccellentissimi suoi figli che da eroi pugnarono e da eroi morirono per ubbidire le sacre leggi della Patria". 1915 - 18.


   L'abitato si stende placido sul poggio, a 146 metri di altitudine.


   E dopo la festosità di certe pergole, che dall'alto delle terrazze, gettano, qua e là, spruzzi di verde; e dopo la solitudine dei vecchi vicoli a scalinate, che ci richiamano alla Furnari medievale, quando sorsero i primi quartieri urbani, e quando l'abitato era tutto raccolto attorno alla Rocca, quello che colpisce, in questo paese, è un pino marittimo, che maestoso all'entrata del centro urbano, sembra dare il benvenuto al visitatore.


   Il centro di Furnari è rappresentato dalla piazza "Marconi", col suo magnifico belvedere aperto sul mare, e col suo orologio da città.


   Bella la spiaggia, nella frazione "Tonnarella", meta, d'estate, di numerosi turisti e villeggianti, provenienti da vari centri dell'Isola, della Penisola, ed alcuni persino dall'estero.

   Il mare, sereno e limpidissimo, lambisce, con le sue onde cerulee, il morbido arenile. su cui si notano bagnanti di ogni tipo, in una varietà di atteggiamenti: alcuni, dopo una sosta, più o meno in mare, si crogiolano sulla sabbia infuocata; altri, non disposti ancora a bagnarsi, contemplano, dall'interno dei tendoni e degli ombrelloni, la distesa turchina e splendida del mare, e seguono i bagnanti, impegnati in gare di nuoto; altri, stanchi dalle lunghe nuotate, sonnecchiano sugli sdraio, cullati dal rumore della risacca; altri infine, dopo aver esposto a lungo le membra al sole cocente, si tolgono copricapi ed occhiali da sole, e si tuffano nelle acque placide, capaci di recare balsamo e ristoro ai loro corpi, oppressi dalla calura.


   Con questa molteplicità di aspetti, si presenta ai forestieri Furnari, il paese che dall'alto del poggio, sorveglia da secoli le opere ed i traffici, che fervono intensi lungo la piana sottostante, il paese in cui la varietà delle colture è tutta un'apoteosi di verde cangiante, tutto un trionfo di chiaroscuri, tutto un inno di gioiosa esaltazione della natura; il paese che è sempre stato permeato di fervore di vita rusticana, tanto cara al Virgilio delle Georgiche e delle Bucoliche, e che oggi, con l'insediamento delle nuove industrie, pulsa anche di fremiti di vita industriale.

 

 
 
 
 
 

 

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