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    Associazione dei comuni

Maniace, Bronte, Maletto,  San Teodoro

     Maniace è nome suggestivo che racchiude in sé il buio mistero dei secoli di una storia millenaria che ancora conserva il fascino arcano delle vicende inesplorate: i documenti che la riguardano, in gran parte distrutti, muti come sono, fanno navigare lo studioso nell'infinito mondo delle ipotesi. Unica cosa certa è che alla località il nome derivò da quel generale bizantino che nel 1040, con una strepitosa marcia fino a Siracusa, cominciò la sua campagna proprio in questa plaga cui lasciò il nome e il ricordo della sua fortunata azione bellica contro gli Arabi in Sicilia. La posizione del luogo è non poco singolare: è una vasta pianura coltivata a vigne e frutteti, solcata dalle acque del Simeto e del Saracena, in cui le opere della civiltà sono immerse nel verde intenso di una natura esuberante di boschi di pini e di pioppi.

     Il paesaggio è quanto mai vario: distese d'intenso verde e di colture pregiate che fanno contrasto con le lande selvagge e brulle di vaste colate laviche preistoriche e recenti, regno di funghi e cacciagione, delizia degli appassionati, in cui profonde grotte naturali si aprono con il mistero di antiche popolazioni eneolitiche; boschetti e radure, spazi infiniti di pascoli variegati, allietati dai rintocchi dei campanacci delle mandrie e dal gorgoglio delle acque correnti, sotto un cielo di cobalto e un'aria cristallina; silenzi solitari che danno respiro alle travagliate anime di chi è in cerca di pace e di solitudine. Tutto ciò non fu però di gradimento a Lady Carlotta Nelson, nipote ed erede dell'ammiraglio, sposata Hood-Bridport, e perciò prima proprietaria, che trovò il luogo così selvaggio che non volle più mettervi piede, seguendo l'esempio dello zio che mai prese visione del dono ricevuto.    

     Il visitatore invece, in cerca delle bellezze della nostra Sicilia, che si avvia verso Maniace per la SS. 120, ha come una rivelazione quando dal ciglio lavico del Casello di "Mangiasarde", inaspettatamente, si affaccia su questo vasto panorama dipinto dai variegati colori delle diverse colture. Ed è naturale per lui cercare con ansia il vecchio Castello, singolare dimora di nobili signori stranieri, meta della sua passeggiata. Lo cerca, ma non lo trova, finché una voce amica non glielo indica tra gli alberi sempreverdi ad alto fusto che si stagliano contro il biancheggiare di numerose borgate e di insediamenti sparsi, sviluppatisi spontaneamente nel suo territorio, che ora costituiscono il Comune autonomo di Maniace. Essi in lunga trafila si inerpicano lungo la dorsale dei Nebrodi, nudi testimoni di colture cerealicole e di pascoli fino allo spartiacque, dominato dall'alto cippo che i primi orgogliosi padroni innalzarono a testimoniare i confini della loro insperata proprietà e a ricordare ai villici il loro rango di nobili inglesi.

     La pianura di Maniace è una conca delimitata a nord dalla catena dei Monti Nebrodi che si sublimano nel Monte Soro (m 1.847), ai cui piedi si estendono i folti boschi di faggio della Miraglia (m 1.500). A ponente, precipiti sul fiume, con ardite vette, si innalzano i monti di Cesarò, propaggini del massiccio dei Nebrodi, sormontati dalla singolare e complessa "Rocca Rapiti, ricca di leggende e di storia. A sud, dominati dal fumante cono dell'Etna, i monti ferrigni di Maletto che degradano in ricorrenti terrazze, si allargano sul piano della "Gurrida", che sprofonda nella pianura del Castello con le alte balze della "Sconfitta", estremo limite dì secolari colate laviche.

     In questo suggestivo paesaggio, che attraverso il largo greto del Simeto degrada verso Catania, sorge il Castello, dimora di Duchi e di Visconti, isola di gente straniera che per quasi due secoli ha goduto la ricompensa delle azioni belliche degli antenati in questo angolo della Sicilia tra i più fertili e i più felici.

Testo tratto da: “Il castello della Ducea di Maniace” di Salvatore Calogero Virzì

Eventi in città

 

Maniace: Sagra delle pesche e delle pere, unica sagra ogni anno nella prima settimana di agosto con annesso spettacolo musicale conclusivo.

 

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