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Merì (Messina)
 
 
 
 
 

Festa Di Primavera Meriese

al Parco, Museo d'Arte ed Antiquarium del Comune di Merì

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Merì è una piccola cittadina circondata da una fitta vegetazione di uliveti, vigneti, agrumeti ed orti, che si trova alle pendici estreme dei Peloritani.

Le origini della terra "delli Mirii" sono assai remote, anzi arcaiche. Questo territorio, infatti, faceva parte dei mitici Campi Milesi, celebrati orgogliosamente dagli antichi. Le bellezze naturali di questa terra si fondono, quindi, con i miti e le leggende suscitate proprio da questi luoghi campestri attorno all'antica Mylae, tra Capo Rosocolmo e Capo Tindari. E' stupendo il panorama che si può godere dalle due colline merinesi: la costa si profila allo sguardo, allungandosi verso l'azzurro mare di ponente che sembra fondersi col cielo all'orizzonte; alla destra il promontorio imperante di Milazzo, alla sinistra quello leggendario di Tindari; in lontananza, sul mare, si adagia quasi ad arco nel suo intraducibile incanto di tinte e di sfumature l’arcipelago delle Eolie, dove la fantasia dei poeti greci collocava il mitico re dei venti e la faucina di Vulcano. L'antico nome latino "Mirii" derivante dal pluralia di Mirus-a-um, il cui significato è “meraviglioso, stupendo, straordinario”, non a caso gli fu dato dagli antichi abitatori della zona. Se consideriamo che il vecchio possedimento era allora composto dalla sola parte collinare dell'attuale territorio di Merì e se rammentiamo il paradisiaco panorama che da lassù si gode, sublimato nelle ore delle aurore o dei tramonti, verrà anche a noi spontaneo esclamare: meraviglioso, stupendo, straordinario. La nascita del vecchio feudo "delli Mirii" rimonta all'epoca della dominazione normanna in Sicilia tra l'XI ed il XII sec.

Dalle Pubblicazioni di: Antonino Coppolino - Merì nella Storia

Altre fonti

L'insediamento antropico a Merì sembra risalga al periodo della colonizzazione greca della Sicilia, anche se notizie più certe risalgono al periodo normanno, quando venne istituito il feudo "delli Mirii". All'inizio del XIV secolo il possedimento appartenne al nobile messinese Urso di Grifalco, barone di Rayneri e di Merii, che poi lo dette in dote alla figlia, sposatasi con Giovanni Andrea di Patti che divenne anche signore di Belvedere, un territorio oggi frazione del Comune di S. Filippo del Mela. Dalla famiglia Patti la baronia passò alla famiglia Del Sacco, ancora al casato Ursis, conosciuto anche come Arces o De Tassis nel 1443. Nel 1462 s'investirà del feudo la famiglia Rizzo; l'ultimo esponente di questa nobile famiglia, il barone don Visconte ebbe il merito di realizzare il paese di Merì con licentia populandi del 1582, sino ad allora costituito solamente da poche case coloniche e qualche monastero, impiantandovi persino un'industria per la produzione e la lavorazione della seta. Nel 1593, il barone Rizzo otteneva dalla Real Corte il mero e misto imperio sul feudo "delli Mirii". Nel 1812, con l'abolizione del feudalesimo Merì diveniva comune autonomo, anche se fino al 1841 fu governato dai suoi baroni secondo le regole feudali; ultimo signore di Merì fu infatti il principe Giuseppe Alliata Moncada investitosi del feudo nel 1804. Nel 1877 il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto tentò invano di annettere il territorio di Merì a quello di Barcellona.

 

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