| Museo Pitrè l'anima del folklore siciliano in un museo Quando si parla di folklore siciliano non si può fare a meno di pensare a Giuseppe Pitrè. Medico demopsicologo studioso di tradizioni popolari, Pitrè nacque a Palermo nel 1841 e dedicò tutta la sua vita alla ricerca della cultura e tradizioni siciliane. Fin da giovane si dedicò agli studi folkloristici e alla raccolta di canti, poesie, leggende, racconti, credenze e qualsiasi forma di espressione delle tradizioni popolari siciliane. Oltre a questa vasta ricerca Pitrè svolse studi comparativi che gli permisero di non limitare il suo lavoro alla catalogazione ma in più di inserirvi conclusioni e ulteriori spunti di ricerca. La sua opera monumentale di ricerca e catalogazione fu pubblicata in una raccolta di 25 volumi intitolata "Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane" scritte nel periodo che va dal 1871 al 1913. Si deve a questo appassionato, infatti, il museo etnografico di Palermo che raccoglie quanto di più completo e di interessante ci sia da vedere sulle tradizioni popolari dell'isola. Il desiderio di Pitrè, era quello di poter avere un luogo naturale dove gli oggetti potessero ancora "vivere". Infatti, egli, immaginava il museo etnografico in un ambiente speciale possibilmente immerso nella natura, in modo tale che gli oggetti, al contatto con essa, potessero prendere vita, cioè rinascere, ricrescere e nuovamente morire nei ricordi di ogni osservatore, in questo modo si crea un ciclo continuo, dove gli elementi della vita, si fondono con quelli della cultura assumendo così nel tempo, un alto valore storico. Questo desiderio Giuseppe Pitrè non riuscì a realizzarlo a causa della sua morte nel 1916. Pitrè collaborò con altri studiosi italiani per vari lavori sulle tradizioni popolari italiane. Il museo venne fondato nel 1910. Nel 1934 lo Stato cedette la Palazzina Cinese e il Parco della Favorita al Comune di Palermo. Il museo ha sede in una delle dipendenze della stessa Palazzina Cinese; la stessa, di cui sono visitabili solo alcune sale, è una deliziosa residenza dove si fondono in maniera armonica l'arte neoclassica e le "cineserie" di moda a quel tempo. Splendidamente arredata e decorata, fu la dimora preferita di Ferdinando III e Maria Carolina. Le collezioni Carretti e Bordature; Casa e Pagliaio, Filatura, Tessitura, Arredi e Corredi; Costumi popolari; Ceramica popolare; Cortile della strigliata; Angolo della cucina; Magia e religione; Ex voto; Pani e dolci festivi; Cappella. La quotidianità delle tradizioni siciliane ritorna nelle storie dei Paladini di Francia che decorano i laterali dei carretti siciliani, nelle carrozze fastose dei Reali, nella cucina dei Borboni ricostruita con tutte le suppellettili. | |