Santa Maria della Scala La storia della Sicilia nasce dal mare La piccola borgata marinara prende il nome dalla “Madonna della Scala”, la quale rappresentò fin dall’antichità, il collegamento tra le cose celesti e quelle terrene, con la Madonna quale suprema figura di intercessione, appunto Santa Maria della Scala. Errato ci pare quel “la”. Maria della Scala, da’ il nome al celeberrimo teatro di Milano, ove pare sorgesse prima del medesimo una chiesetta dedicata alla Madonna della Scala; altre chiese omonime si trovano a Roma, Messina e Noto. In quasi tutte le borgate e paesini, la vita nasce e si svolge attorno al luogo di culto che raccoglie così tutti gli interessi dei suoi abitanti. L’attuale chiesetta, nasce nel 1925, mentre la prima, dedicata alla Madonna dell’Assunta, si trovava nei pressi dello scalo (u’ scaru) a cui è rimasto il nome al quartiere degli assunti (errore ortografico di trascrizione del tempo che invece sarebbe stato “quartiere dell’Assunta). La memoria storica del luogo, che rammenta anche usi e costumi, è il parroco don Alfio Maccarrone, il quale regge la parrocchia dal 1954 ma essendo un appassionato di storia dei luoghi di appartenenza, ha conoscenze ben più datate. Non è assai remota la nascita della borgata di Santa Maria della Scala, tracce si trovano in una lapide del 1670 che cita la colata lavica dei Monti Rossi del 1669, tutt’ora apposta di fronte alla chiesa. Nel passaggio dedicato alla Timpa, cui sono più vicini gli “scaloti” e gli abitanti di Santa Caterina, con la differenza che i primi ci vivono sotto e i secondi ci vivono sopra, si parla della vita dei pescatori che dovevano anche guardarsi dalle scorrerie piratesche della marineria turca. Punto di avvistamento era la garitta posta sulla “pietra salpa” così definita perché in loco abbondavano le salpe, (pesci di medie dimensioni) che ebbe funzioni importanti durante la seconda guerra mondiale. Sono varie le attività folkloristiche che in estate e, precisamente l’ultima domenica di agosto, nella ricorrenza della sentita festa di Santa Maria della Scala, si svolgono nel corso della settimana che porta alla festa; giochi di società e di abilità vengono organizzati per i più piccoli; da tempo la classica regata tra scapoli ed ammogliati attira l’attenzione soprattutto per le tecniche utilizzate ai fini della vittoria finale. Un altro intrattenimento è la cosiddetta “antenna a mari” una sorta di albero della cuccagna in verticale sul molo di stile parecchio goliardico. La festa della domenica è il classico “giro” del fercolo per le strade del paese con conseguente dono della cera ed offerte varie spesso generose di tutti gli scaloti. Allo stato attuale la borgata vive l’intensità di presenze turistiche in estate fino all’inverosimile; non esiste una vera area di parcheggio anzi, sono stati apposti numerosi segnali di divieto di sosta a ridosso dell’abitato mentre noi, avremmo suggerito l’allargamento della strada, con spostamento del marciapiede di almeno due metri, sospeso a balconata in modo da non occupare di fatto la costa. Questo avrebbe consentito un corretto flusso viario, possibilità di sosta, incremento di flusso turistico agevolando altresì anche e possibilmente l’interesse di operatori turistici per una vera struttura ricettiva. Vera e propria linfa turistica potrebbe nascere dalla sistemazione della “Scala d’Aci” che se attrezzata lungo il suo percorso diventerebbe una meta da weekend. Chiusura al traffico veicolare per turisti e visitatori. |