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Le caratteristiche del Parco suburbano Bosco di Aci
Localizzazione
L'area è ubicata nel settore Sud Orientale dell'Etna, in
provincia di Catania, ad una quota di circa 330 m. s.l.m., nel
territorio del Comune di Aci S.Antonio frazione di Santa Maria
La Stella.
L'intera area occupata dal "Bosco di Aci" è estesa
126 ettari, di cui circa 75 di proprietà della Provincia
Regionale di Catania e attualmente interessati da lavori di
recupero ambientale.
Aspetti
ambientali ed ecologici
L'area del Bosco di Aci ricade interamente in zona SIC
(Sito di Importanza Comunitaria), individuato dalla direttiva n.
92/43 emanata dalla CEE il 21 maggio 1992, detta Direttiva
"Habitat", concernente la conservazione degli Habitat naturali e
seminaturali, della flora e della fauna selvatica, iscritto con
Codice Natura 2000 ITA070021 e denominato "Bosco di S. Maria La
Stella".
Cenni storici
Il bosco di Aci, fino al secolo XIV, occupava una
superficie di circa 20-30 Kmq, approssimativamente delimitata
dai Comuni di Santa Venerina, Giarre, Riposto, Acireale,
Viagrande e Zafferana Etnea. Il bosco era attraversato solo
dalla Strada Regia che congiungeva Catania con Messina e da
numerosi sentieri perpendicolari che collegavano la montagna con
il litorale ionico. Nel XVIII secolo l'aspetto del bosco mutò
radicalmente e, per il fitto intrico della vegetazione, divenne
un ricettacolo di banditi che ne rendevano i sentieri
impraticabili e pericolosi; pertanto, al fine di limitare il
banditismo, le autorità locali ordinarono un cospicuo taglio
della vegetazione.
Dal punto di vista geologico il Bosco di Aci sorge
principalmente su due colate laviche. La più antica è attribuita
all'eruzione del 394 a.c. avvenuta sul versante orientale del
vulcano alla quota di 700 m s.l.m. che, procedendo in direzione
Est Sud Est, raggiunse il mare presso l'attuale Santa Maria la
Scala.
La seconda colata si originò nel 1334 d.C., anch'essa sul
versante orientale del vulcano ma a quota più bassa, presso
l'attuale Fleri (Monterosso), arrivando a mare nei pressi di
Santa Venerina, Guardia Mangano, Pozzillo e Stazzo. Su tale
colata, caratterizzata nella parte più bassa da superfici aspre
e accidentate costituite da blocchi e frammenti di aspetto
coriaceo, è presente la classica flora mediterranea, formata
soprattutto da alloro, pistacchio, bagolaro, leccio, olivastro,
lentischi, euforbia, rosa selvatica e ginestra mentre la parte
sita ad un'altezza superiore, ospita querce, cerri e castagni.
La restante parte dell'area del Bosco, identificata dalla colata
lavica del 394 a.c., è stata bonificata dall'uomo nei secoli
scorsi e coltivata, prima a vigneto (1700-1900) e in seguito ad
agrumeto (1900-1950). Attualmente, buona parte di tali aree
risulta coltivate o adibite a pascolo.
Area Boscata
Tale zona (superficie di circa 30 ettari), localizzata
sulla colata lavica del 1334 d.c., risulta essere ricca di
piante arboree ed arbustive come la quercia, il cerro, il
castagno oltre alla tipica vegetazione mediterranea formata
soprattutto da alloro, pistacchio, bagolaro, leccio, olivastro,
lentischi, euforbia, rosa selvatica e ginestra. Sono presenti
numerose stradelle poderali in terra battuta, naturalizzate da
arbusti spontanei. Alcune sono attigue agli insediamenti urbani
che circondano l'area, altre penetrano all'interno del Bosco e
le congiungono alla zona agricola.
Aree Agricole
Tali aree, sulla prima colata lavica del 394 a.C., sono,
per buona parte, sistemate con ampie terrazze contenute da
muretti in roccia vulcanica tipiche del territorio etneo. Nel
XVIII e XIX secolo erano sicuramente coltivate a vigneto e nella
prima metà del XX secolo vennero convertite ad agrumeto;
recentemente tale zona viene essenzialmente utilizzata come
pascolo. Si notano ancora le tracce dei canali in muratura
(saie) realizzati per la distribuzione dell'acqua irrigua e,
ancor più caratterizzante, la presenza di un complesso di
caseggiati rurali, denominate "Case Boscarino", che verranno
presto restaurati.
Aree degradate
Il Bosco di Aci, oltre alle aree sopra descritte, comprende
anche una zona, di circa 10 ettari, situata a sud e confinante
con il centro urbano di Santa Maria La Stella, fortemente
degradata per la presenza di cumuli di rifiuti edili, di terra
vegetale e argilla. Da notare che nel passato tale area era
stata utilizzata a cava per la estrazione e preparazione di
materiale inerte e che, nei luoghi in cui sono stati accumulati
terre di scavo e di argilla, sono state realizzate,
abusivamente, piste per veicoli fuoristrada.
Stradelle
poderali
Le stradelle in terra battuta, che fungono anche da fasce
taglia fuoco, sono estese circa ml 7.000 per una superficie di
circa 5 ettari. Circondano l'intero territorio e ne permettono
l'attraversamento e il passaggio da un'area all'altra.
Il Progetto
L'Assessorato alle Politiche dell'Ambiente della Provincia
Regionale di Catania, al fine di valorizzare l'area del bosco e
realizzare una zona altamente fruibile per la collettività, ha
predisposto un progetto per la realizzazione del "Parco
Suburbano del Bosco di Aci".
Interventi principali in progetto
Restauro conservativo delle "Case Boscarino"
Creazione di punti ricettivi e aree attrezzate
Sistemazione dei percorsi e delle stradelle poderali esistenti
Sistemazione e ripristino muretti
Opere di parziale forestazione
Bonifica e sistemazione delle aree degradate
Opere a tutela dell'intera area del Parco
Prospettive
La realizzazione del Parco del Bosco di Aci riveste una
grande importanza da un punto di vista naturalistico e
ambientale. Le finalità principali di valorizzazione e
protezione del territorio si affiancano e integrano
perfettamente con quella, non meno importante, riguardante il
miglioramento della qualità della vita attraverso una
diversificazione del tempo libero, un incremento delle attività
ricreative e una complessiva ottimizzazione del grado di
fruizione del territorio rispetto alle esigenze della
collettività.
E' in tale ottica che il Parco del Bosco di Aci, per le sue
peculiarità presenti e future, quali la notevole estensione,
l'ampia superficie boscata, i percorsi e i sentieri
naturalistici, le aree attrezzate, le strutture ricettive ed
altro ancora, potrà rappresentare una grande opportunità per lo
sviluppo di varie attività e iniziative. Accanto alle classiche
giornate ricreative e all'escursionismo per famiglie il parco
potrà sicuramente essere uno spazio privilegiato per il
cicloturismo in mountain bike e l'ippoturismo, luogo ideale per
semplici escursioni, per attività di ippoterapia ma anche per lo
svolgimento di gare sportive a vari livelli. Le strutture
presenti nel parco, oltre ad essere funzionali a tutte le
attività menzionate, potranno ospitare vari eventi e
manifestazioni turistiche e culturali quali musei permanenti e
temporanei a tema, mostre, fiere e convegni. Inoltre, proprio
per gli elevati connotati agricolo-ambientali e per le
prospettive di sviluppo sopra accennate, il Parco del Bosco di
Aci si presta a poter diventare una Azienda Agricolo Forestale
Provinciale.
Nota di rammarico è che pur in presenza di vincolo di
immodificabilità riguardante il Bosco di Aci e Monte Rosso, già
pubblicato nella Gazzetta ufficiale nel 1995, valevole anche per
le aree protette compresa via Silvio Pellico (dove si
trovano edificate ville con relative piscine) l'amministrazione
locale, Ente Parco e Forestale non sono mai intervenuti a
chiarire le posizioni di tali costruzioni.
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