| Patrimonio folclorico culturale «Il passato non deve morire esso vive in noi e con noi, ci accompagna e si manifesta nelle strade, nelle piazze, sul letto nuziale, presso la culla o la bara, nelle feste, nei giochi, in chiesa, nei campi, sui monti: dappertutto, insomma, vive e parla» Giuseppe Pitrè. Se il passato è raccontato dalla storia, gli avvenimenti più veri sono tramandati dal riscontrare il vissuto dei tempi trascorsi.
E' importante, oggi e per il futuro, lontano conoscere, attraverso il raccontare il viver quotidiano, gli usi e i costumi, le musiche, i canti e le danze del lavoro, dell'amore, della festa ... cose che rappresentano, appunto, preziosa eredità vera e identità culturale delle nazioni unite di popolo. quest'azione, ha un'alta rilevanza "sociale e culturale"; si manifesta attraverso il recupero, la conservazione, la trasmissione del patrimonio folclórico, nonchè attraverso l'attenta esibizione dell'obiettiva realtà dei tempi trascorsi, per offrire, oggi, ai più anziani piacevoli ricordi e ai giovani occasione di riflettere sul nostro ambiente. L'ambiente siciliano e frutto dell'apporto di tante culture ed etnie dei popoli che nel passato (più che conquistatori) sono stati conquistati dalle doti naturali del territorio e della gente dell'Isola. Noi siciliani abbiamo saputo cogliere il meglio di tutti questi popoli e farlo nostro, creandoci identità una peculiare: vestiari, diversità dei dialetti e dei toni del nostro idioma, struttura sociale. Modi di dire, abitudini familiari e gastronomiche ... lo hanno dimostrato.
Le realtà della Sicilia e dei Siciliani troppo spesso sono mistificate o ingiuriate, sicché l’offrire consapevolezza del nostro sano e genuino carattere e più in particolare, con sano campanilismo, del calore del vulcanico popolo etneo è l’impegno che ogni giorno migliaia di siciliani mettono nel loro lavoro ed ingegno quotidiano. Questa è la significativa presentazione che abbiamo scelto per introdurre uno dei gruppi locali più noti: I "Figli dell'Etna" - "gruppo folk-culturale" di Catania che esordì il 2 maggio 1956, istituito ed egregiamente diretto dalla signora Rita Corona (figlia del musicista Gaetano Emanuel Calì 1885-1936, autore della musica della più nota serenata siciliana: "E vui durmiti ancora") che, fino all'anno 2007, pluri novantenne, con pari fervore lo ha guidato.
Il "GRUPPO", ha ricercato, conservato e trasmesso l'intimo spirito e la genuina Poesia delle radici e delle identità contadine della Sicilia in particolare, riferendosi alla cultura del territorio etneo.
Con paziente ricerca nelle classiche raccolte e dalla viva voce del popolo e con assoluta rigorosità etnografica anche grazie alle esperienze personali e alla memoria storica della sua anziana fautrice e direttrice (che fu componente del famosissimo gruppo "Canterini etnei" formato dal padre nel 1929), il gruppo ha un copiosissimo repertorio che propone -indossando una fedele riproduzione degli originali costumi- atteggiamenti, danze tradizionali e canti di lavoro, festa e amore fino alla seconda metà dell'Ottocento, facendoli rivivere e vivere.
Il gruppo nei suoi cinquant'anni di vita ha mantenuto vivo nel tempo il ricordo dei positivi riscontri di ogni tipo di pubblico sin dai suoi primi spettacoli e ha sempre saputo esprimere la tradizione folclorica della nostra terra ma ha, soprattutto, interpretato il più vivo e più naturale aspetto dell'indole dei siciliani e della storia della Sicilia.
Ha portato in tre continenti "il colore ed il calore" della Terra del Sole e ha ispirato, a connazionali e stranieri, a indigeni e emigrati, i migliori sentimenti nei confronti dell'Isola (di cui ancora oggi si parla, spesso associandola prevalentemente a realtà negative), esprimendone la sua vera, profonda e sana natura.
Fonte: Il pezzo è stato scritto da Sebastiano Lorenzo Distefano (presidente dell’associazione ANTASICILIA-Onlus, allora nella qualità di presidente [2010-2014] del gruppo folcloristico “Figli dell’Etna”). | | Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture". | | |
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