.
 
 
 
 

 

 

I chioschi stile moresco di Acireale

 

   Dei due chioschetti in stile moresco, risalenti probabilmente ai primi del 900 nella centralissima piazza Lionardo Vigo di Acireale si sa assai poco. Lo stile moresco in Sicilia ha provenienza spagnola ma è un tipo di arte islamica infatti il termine moresco viene da moros con cui gli spagnoli indicavano gli invasori musulmani di provenienza africana. Ma come mai fanno la loro apparizione in una piazza di Acireale nei primi del 900? La presenza spagnola ad Acireale risale al 1676 con il viceré spagnolo Aniello De Gusman noto per aver fatto erigere la fortificazione “Porta Gusmana” per difendere la città dall’invasore francese.

 

   Ipotesi ad oggi più verosimile è che siano stati precedentemente allocati in proprietà private e successivamente donati alla città.

 

   I due chioschetti hanno oggi proprietà diverse, uno privato ed uno patrimonio comunale; uno restaurato a spese del privato e l’altro per decenni occupato da una edicola a conduzione privata ma senza averne titolo che non ha mai visto nessun intervento di tutela infatti presentava fino a qualche anno fa, evidentissimi segni di cedimento su tutta la struttura portante e persino nel tetto. La passata amministrazione (Garozzo) lo segnalò al Fai con l’intento di farlo restaurare dallo stesso.

 

   Il Fai accettò di inserire il chioschetto tra i cosiddetti luoghi del cuore e ponendolo in bella evidenza ne ottenne parecchie segnalazioni. Così con il finanziamento della Banca Intesa finanziatrice del Fai ed il contributo del Comune di Acireale il chiosco è stato restaurato con la somma di € 28.971.33 nel 2015.

 

   Poi rilevammo che l’ex amministrazione (Barbagallo) firmò un protocollo d’intesa con il Fai per la gestione dello stesso. Per quali fini non ci è dato sapere.

 

   Tutto questo sa di fallimento dell’amministrazione Garozzo primo per non aver saputo/voluto amministrare e gestire il patrimonio pubblico (ad oggi non ci è dato sapere se il vecchio occupante avesse un contratto e pagasse qualcosa) secondo perché non ha saputo reperire 29.000 euro per preservare un bene di tutta la città, probabilmente donazione, regalando così opportunità e visibilità ad un ente non locale, privando così le associazioni locali formate anche da risorse umane altamente qualificate e disponibili ad impegnarsi per la promozione del territorio e dell’identità storica locale.

 
Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture". 
 
 

   Riproduzione riservata

                 by Rosario Rigano