Com’è triste questo momento storico. Com’è triste Venezia, interpretava Aznavour un intramontabile brano di Mogol e Dorin, memoria di un momento in cui le emozioni volgono in tristezza per la fine di un amore. Triste come Pierrot, il mimo malinconico innamorato della luna. E’ triste Venezia in solitudine, da soli e con un vuoto dentro, ma quel che più rattrista è quel vuoto che incombe e sovrasta i nostri giorni pieni solo di azioni meccaniche e quotidiane o di futili momenti rubati. Questa è vera solitudine, soli con noi stessi, soli e preoccupati da un futuro in chiaroscuro che non lascia presagire niente di piacevole. Soli alla mercé di proclami, di annunci, di vacue promesse per bocca di chi per decenni ha curato solo il proprio tornaconto ignorando l’esigenza di una Sicilia ricca di ricchezze senza eguali in Europa: l’immenso patrimonio culturale mobile, artistico e architettonico, in grado di offrire percorsi turistici, folkloristici, enogastronomici, produttivi e culturali in una terra dove ogni angolo od anfratto ha una sua storia da raccontare. Soli alla mercé di media, social e gabbie varie che invadono, martellano e coerciscono i nostri ragazzi con messaggi sempre più strampalati, mode oscene e futili argomenti atti e volti a creare tendenze destabilizzanti e consumistiche di infimo ordine. L’anarchia dilaga e con essa il bullismo cresce per assenza di valori, bullismo figlio di uno snobbismo diffuso verso cosa non è chiaro; il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il concetto di famiglia come scuola, palestra, università e master per la formazione dell’uomo futuro genitore, sembra svanito a vantaggio di pseudo mode che alimentano il gruppo-branco, al di fuori della stessa. Cosa si sta facendo per ricreare il giusto ambiente sociale affinché possano nuovamente attecchire i presupposti dei valori sani della famiglia come luogo principe di educazione al rispetto dei valori etici morali universali al di fuori di logiche inglobatorie. L’inesorabile decadimento di feeling con il territorio ha sancito la fine dell’amore per il suolo natio. Secondo Viktor Emil Frankl, filosofo, medico e psichiatra sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, l’essere umano è una creatura fondamentalmente orientata alla ricerca di senso. Senso che dovrebbe scaturire da un’attenta analisi esistenziale nella ricerca dello stesso; quindi volontà di significato e l’importanza delle implicazioni operative. Oggi, però, i nostri burocrati e boiardi di stato sono troppo occupati a far quadrare i conti, a gestire l’elettorato e a salvaguardare il proprio pacchetto elettorale nell’imminenza di scadenze elettorali; val bene una poltrona conquistata che occuparsi di qualche migliaio di oche che starnazzano nello stagno? Sono mancate le politiche del sociale che i governi volevano delegare alla scuola ma la scuola ha pensato solo alla didattica per quel che poteva e con i pochi strumenti obsoleti a disposizione. Rosario Rigano |