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  Privatizzazione del Patrimonio Culturale

 discusso ad un forum internazionale dell'ICCROM nel 2007 a Catania

    

    Beni Culturali: i suggerimenti di organismi internazionali e intergovernativi come ICCROM, UNESCO e ICOMOS

 

     Già nel settembre del 2007 il 13 e 15 con presentazione al Palazzo dei Benedettini di Catania e svolgimento del forum presso un noto albergo della provincia, Fondazione Banco di Sicilia, rappresentata dal presidente prof. Giovanni Puglisi, Ministero dei Beni Culturali, rappresentato dall'ex sottosegretario on.le Danielle Gattegno Mazzonis e Regione Siciliana, rappresentata dall'ex assessore Nicola Leanza, hanno portato a Catania i massimi esponenti dell'ICCROM, con il suo segretario generale dott. Mounir Bouchenaki per celebrare un forum internazionale cui partecipavano rappresentanti di tutto il mondo al fine di indicare la strada, dopo una serie approfondita di valutazioni per la corretta privatizzazione dei Beni Culturali.

 

     Anticipiamo prima il testo di una "discussione" svoltasi presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli in merito al già presentato "Codice di Diritto dei Beni Culturali".

  

     PROSPETTIVE DI TUTELA CONSERVATIVA

     Alla luce del Codice dei beni culturali

 

     Il settore dei beni culturali sta attraversando una fase di profonda trasformazione, che desta tra gli addetti ai lavori e gli studiosi, più di una preoccupazione per la sorte del patrimonio culturale nazionale. La nuova legge di tutela, da un lato, e la riforma del Ministero, dall’altro, sembrano muoversi infatti verso un progressivo ripiegamento dell’azione amministrativa di conservazione, fruizione e valorizzazione, che rischia di compromettere la specificità del sistema di tutela operante nel nostro paese da circa un secolo, aprendo la strada, a fenomeni di dismissione/privatizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica.

 

     Il punto sullo stato di attuazione della disciplina, analizzando, la operatività degli strumenti giuridici per la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale, la fondatezza logica e l’effettività del riparto delle competenze tra Stato e autonomie territoriali, è posto dalla pubblicazione del “Manuale di diritto dei beni culturali” di Guido Clemente di san Luca e Rita Savoia. Per spiegare il diritto dei beni culturali, occorre dar conto della sua storia, della sua trattazione in Costituzione e degli aspetti strutturali e funzionali che caratterizzano l’intervento pubblico nel settore; temi che appaiono rilevanti anche alla luce della riforma del Titolo V° della Costituzione. La descrizione della disciplina del Codice, ricostruita sulla base della individuazione di quattro sistemi, concernenti rispettivamente, le nuove modalità di individuazione dei beni culturali e la regolazione dei compiti di conservazione, fruizione e valorizzazione dei beni culturali.

 

     Alla luce dei nuovi eventi è inevitabile porre alcune questioni di rilevanza internazionale e cioè: stridono le nuove disposizioni con quanto richiesto dall’UNESCO per l’inserimento di un bene o di un sito nella World Heritage List?

 

     Se un bene viene concesso in uso ad un privato quali garanzie saranno richieste?

 

     E ancora come potrà essere garantita e rispettata la dignità stessa del bene?

 

     L'introduzione del forum ICCROM poneva già alcune questioni:

     Intanto i forum dell'ICCROM sono iniziative a cadenza biennale il cui scopo è offrire agli amministratori una piattaforma di discussione e condivisione del pensiero contemporaneo sulle tendenze e le questioni relative alle discipline della conservazione e della gestione del patrimonio culturale.

 

     Gli ultimi decenni, segnati dal fenomeno della globalizzazione e dall'evoluzione delle politiche culturali, testimoniano la progressiva trasformazione dell'impegno pubblico nei riguardi delle tematiche afferenti alla salvaguardia ed alla gestione del patrimonio culturale. Ciò dovuto in parte a cambiamenti strutturali, ma, più spesso, ad una riduzione globale delle risorse disponibili. Dall'altra parte, la nozione di privatizzazione è associata spesso a prospettive di ritorni di tipo economico e, come tale, limitata, quando si tratta di patrimonio culturale. E' indispensabile oggi considerare il ruolo effettivo del settore pubblico nella gestione e nelle attività di conservazione e di restauro del patrimonio culturale: è il ruolo del settore pubblico in questo campo che è in gioco nelle differenti regioni del mondo. Allo stesso tempo è importante sottolineare il ruolo del settore privato ed il suo apporto: è possibile che la funzione delle istituzioni pubbliche stia cambiando e che il settore privato possa assumere una posizione diversa nei confronti della gestione del patrimonio culturale?

 

     Non condividiamo alcune prese di posizioni di sovrintendenti che già allarmano chissà che cosa e non sappiamo per quale motivo. Ben venga il privato che seriamente promuove siti di beni culturali al momento abbandonati o infruttiferi.

Rosario Rigano 

 

  

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