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ACITREZZA, "U PISCI A MARI" DIVENTA PATRIMONIO TUTELATO DALLA REGIONE SICILIANA
Oggi l'ufficializzazione a Palermo con l'inserimento della pantomima nel registro dei beni immateriali.

   Buone notizie per la storia di Acitrezza. Lo scorso 5 novembre la Regione Siciliana ha inserito "U pisci a mari", la pantomima che si svolge il 24 giugno di ogni anno nel porto di Acitrezza in occasione dei festeggiamenti per il Santo Patrono San Giovanni Battista, nel "Registro delle Celebrazioni".

   L'iter procedurale, iniziato tempo fa dall'associazione culturale Centro Studi Acitrezza, ha avuto in estate la prima conferma dell'accettazione e proprio un mese fa si è concluso positivamente.
 
   Antonio Castorina, Presidente del CSA, esprime la sua soddisfazione così: "La Pantomima "U Pisci a mari" è un patrimonio di tutti i trezzoti sin dal XVIII secolo. Abbiamo ritenuto opportuno chiederne l'iscrizione tra i patrimoni tutelati dalla Regione Siciliana. Siamo pienamente soddisfatti del risultato ottenuto che, a breve, condivideremo con l'intera comunità di Acitrezza all'interno di un evento specifico".

   Cos'è "U pisci a mari"
  U pisci a mari, un particolare rituale popolare della Sicilia orientale. In coincidenza del solstizio estivo, i pescatori simulano una solenne quanto complessa e infruttuosa battuta di pesca; in una crescente sequenza di catture e fughe, u pisci, impersonato da un abile nuotatore, sfugge definitivamente e, novello Colapesce, da preda si trasforma in eroe. La vicenda dell'uomo-pesce coincide con quella eroica dell'individuo, espressione della comunità, che affronta con coraggio e sacrificio il gioco del viaggio della vita con la stessa spontaneità, la stessa determinazione e, si spera, la stessa gioia con cui agiscono i bambini.

   L'inserimento nel registro dei beni immateriali
Secondo la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003, le Eredità Immateriali (definite dall’UNESCO Intangible Cultural Heritage) sono “l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e tecniche –nella forma di strumenti, oggetti, artefatti e luoghi ad essi associati- che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come parte del loro patrimonio culturale”.

   Tali Eredità, più in particolare, riguardano le “tradizioni orali ed espressioni, compreso il linguaggio come veicolo del patrimonio culturale immateriale, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali e rituali, gli eventi festivi, le conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo, i saperi legati all’artigianato tradizionale”. Le Eredità Immateriali si trasmettono oralmente di generazione in generazione e sono costantemente “ricreate” dalle comunità e dai gruppi in funzione dell’interazione tra il loro ambiente e la loro storia. Esse esprimono un senso di continuità storica e costituiscono un elemento essenziale dell’identità culturale di un territorio e della sua comunità.
Allo stesso tempo le Eredità Immateriali, per la loro natura effimera, sono particolarmente vulnerabili, anche in virtù delle emigrazioni e immigrazioni, degli esodi dalle aree rurali e della conseguente perdita delle tradizioni, dell’influenza dei mezzi di comunicazione di massa, della conformazione espressiva e della globalizzazione che agisce come forza di standardizzazione e appiattimento culturale.

   L’UNESCO ha recentemente posto al centro delle sue attività istituzionali la tutela e la valorizzazione delle Eredità Immateriali dell’Umanità. In Italia, invece, non esistono ancora norme specifiche per la loro salvaguardia; era mancata sino ad oggi, infatti, una concreta forma di tutela o di valorizzazione delle Eredità Immateriali, il che determina un evidente ritardo rispetto alle politiche culturali internazionali e soprattutto agli orientamenti dell’UNESCO che, nella citata Convenzione del 17 ottobre 2003, ha previsto ed auspicato per le Eredità Immateriali non solo un’attività di promozione e organizzazione, ma anche misure di tutela e salvaguardia.
   Per dare una risposta a tali considerazioni, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione ha provveduto a istituire, con il D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e il Programma Regionale delle Eredità Immateriali
Grazie al Registro delle Eredità Immateriali la Regione Sicilia porrà in essere le essenziali attività di identificazione e registrazione delle proprie eredità culturali, contribuendo altresì alla loro salvaguardia, con particolare riguardo per quelle a rischio di scomparsa o alterazione, nonché alla loro adeguata promozione e fruizione, grazie al Programma Regionale delle Eredità Immateriali.

   Il Registro delle Eredità Immateriali è costituito dai seguenti quattro Libri, ciascuno dei quali raccoglie una particolare Eredità Immateriale a seconda della sua natura:

- il Libro dei Saperi, in cui saranno registrate le tecniche di produzione, le materie prime impiegate e i processi produttivi che identificano una particolare produzione legata alla storia e alle tradizioni identitarie di una comunità (es.: prodotti di artigianato artistico, tessile, oggetti, prodotti enogastronomici, ecc…);

- il Libro delle Celebrazioni, in cui saranno iscritti i riti, le feste e le manifestazioni popolari associati alla religiosità, ai cicli lavorativi, all’intrattenimento e ad altri momenti significativi della vita sociale di una comunità, che sono espressione della tradizione e che ancora oggi costituiscono un momento essenziale dell’identità della comunità;

- il Libro delle Espressioni, in cui saranno iscritte le tradizioni orali, i mezzi espressivi, incluso il linguaggio, e le performance artistiche che caratterizzano l’identità di una determinata comunità; è sempre nell’ambito di questo Libro che saranno iscritti gli spazi culturali, intesi come luoghi delle espressioni legate ad attività quotidiane o eccezionali, che costituiscono un riferimento per la popolazione di quel luogo (es.: i monumenti storici, i luoghi del mito, della storia, della letteratura, della leggenda);

- il Libro dei Tesori Umani Viventi, in cui saranno iscritte persone, collettività e gruppi individuati come unici detentori di particolari conoscenze e abilità necessarie e indispensabili per la produzione di determinate Eredità Immateriali della Regione Sicilia e iscritti nei Libri di cui sopra.