Origini, storia, culture,
civiltà, evoluzioni e identità del popolo siciliano.
Cos'è o cos'era la sicilianità? Noi siciliani,
col tempo siamo diventati pigri, indolenti e
preferiamo lo status quo alle novità, ma siamo anche
tanto disincantati, così tanto da non credere più a
nessuna promessa. Nella sicilianità dovrebbe
annidarsi quella millenaria miscellanea di culture
che si sono intervallate nel tempo, nei luoghi e
negli eventi.
Eppure siamo stanchi anche del fatto che tra i
tanti governi succedutisi si sia deliberatamente
ignorata la volontà della gente. Quella gente che
pensa ai propri figli di fronte all'orrore che resta
sulla pelle di chi non ha la possibilità di
scegliere ma solo di subire a partire dalla scuola.
Questo libro vi svela un’altra Sicilia: La
Sicilia tra favole, miti, realtà e storie del
passato e del presente.
L’identità si forma nel corso di un tempo
illimitato e contiene una miscellanea di elementi e
valori quali le culture, i saperi, le ambizioni, le
aspettative sociali, la lingua, il folklore
(sapienza di popolo che comprende anche i proverbi -
Aristotele che scrisse un libro di proverbi, li
ritenne “frammenti di un’antica sapienza…”),
amori, passioni, sentimenti ed emozioni che si
tramandano per mezzo di scambi sociali che non si
possono insegnare ma solo manifestare.
In questo libro evidenzio il valore della
lingua siciliana che l’Unesco riconosce come lingua
madre in quanto formata da innumerevoli idiomi,
principalmente dal Sanscrito che l’arricchisce con
circa 250 parole, molte delle quali presenti anche
nella lingua etrusca; poco o niente troviamo dei
lasciti dalle invasioni e/o dominazioni inglesi,
francesi, spagnoli, catalani, greco, latino e
tedesco se non 8 o 15 termini per lingua. La lingua
siciliana è composta da circa 90 parlate o dialetti
(tutti con inflessioni diverse) presenti tra tutte
le nove province all’interno delle quali se ne
possono riscontrare da 8 a 12: E’ questa la
ricchezza di questa lingua che racchiude culture,
saperi e civiltà. Questa ricchezza non è compresa e
riconosciuta dagli enti preposti che fanno capo
all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e
all’Identità Siciliana di cui non comprendo
l’esistenza.
L’identità incarna anche i timori e le paure
ancestrali, per le vicissitudini patite e che non
vorremmo più subire. Questo è uno dei motivi perché
includo la narrazione di fatti avvenuti che
evidenziano la brutalità dell’uomo quando è in
guerra. Una guerra non è solo bombardamenti,
devastazione, morti e feriti; è anche paura,
terrore, ansia, umiliazioni, angherie, rabbia perché
la guerra la subisce principalmente la gente comune,
bambini, donne, anziani e uomini miti che non
l’hanno voluta e non ne comprendono le ragioni; le
tracce di tutto questo rimarranno impresse per
sempre nella memoria in modo indelebile.
Oggi non è più tempo di guerre, e dove ci sono
sono imposte da dittature che hanno solo mire di
dominio, di espansionismo e di controllo
dell’economia e del pensiero. Ci sono stati (uniti)
che fomentano le guerre per averne un ritorno
economico perché il loro status quo è talmente alto
che hanno bisogno di creare sempre nuove entrate al
loro bilancio anche a costo di distruggere altre
economie di popolazioni inermi che possono solo
subire per evidenti motivi di debolezza politica e
militare.
Rosario Rigano
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