Siti regionali di attrazione culturale
Lo scorso anno registrammo indignazione, stupore e sgomento tra gli acesi alla notizia
dell'esclusione di Acireale dai siti regionali di attrazione culturale.
Esordiva
così la speaker di una emittente locale nel dare la notizia che secondo me
dovrebbe oggi definirsi "conferma" perchè noto sin dal 2015 che ciò sarebbe
avvenuto tra l'indifferenza della classe politica locale e i due deputati
regionali D'Agostino e Foti. Forse, ipotizza la speaker, perchè non abbiamo
siti riconosciuti dall'Unesco? Falso, dico io perchè altri siti con menzioni
Unesco sono rimasti fuori; avrebbero dovuto leggere attentamente la tabella C
del PO FESR SICILIA 2014-2020SICILIA.
La verità
non sta mai da una sola parte, questa città ha campato di rendita tra eventi
carnascialeschi e bancarellate di stagione, sostenute da falsi profeti
alimentati dalla politica locale. Le bancarellate di stagione rimangono fine a
se stesse e l'evento carnascialesco interessa solo alcuni ceti sociali. In
sostanza la città rimane spenta per molti mesi all'anno, sporca, disordinata,
caotica e vuota dalle ore 20,00 di tutti giorni dell'anno, tranne eventi. Tutta
la città ed il suo hinterland non vogliono evolversi, rimangono legate
indissolubilmente alle cosiddette tradizioni che in realtà sono solo retaggi
(eredità ideali improduttive).
Qui l'interesse politico partitico sovrasta ed annulla
quello che qui in Accademia abbiamo sempre chiamato: Politiche per il turismo, i
beni culturali, l'ambiente ed il sociale - POLITICHE, non politica.
Le nostre pubblicazioni, le
competizioni culturali, i premi letterari, gli incontri con gli studenti,
l'apertura al pubblico dell'area archeologica di Capomulini, l'attenzione e la
valorizzazione si siti storici e monumenti locali abbandonati, il patto
formativo di alternanza scuola lavoro condotto con ragazzi del Liceo Classico
Gulli e Pennisi imperniato sul patrimonio locale ed il tempietto di Capomulini
con il patrocinio del Polo Archeologico per i Beni Culturali di Catania e il
Dipartimento per i Beni Culturali della Regione Siciliana (grazie all'ex dirigente
dott. Gaetano Pennino) cui
le varie amministrazioni degli ultimi anni non hanno dato sostegno e visibilità
perchè noi non abbiamo consentito loro di fare passerella o di metterci sotto il
sigillo in forma di patrocinio gratuito; Regione Siciliana compresa dopo la
cosiddetta Città Metropolitana di Catania (inutili i nostri tentativi di
dialogare con sindaco e assessore) peraltro mai nata ufficialmente. Il sito di
Capomulini è parte integrante del Parco archeologico, paesaggistico e
naturalistico della "Valle dell'Aci" ricadente tra i comuni di Acireale.
Acicatena, Acicastello, Aci Sant'Antonio e Valverde; un percorso che verrà
vanificato dall'installazione di un collettore fognario su due ettari e mezzo di
parco ricadendo anche nel comune di Santa Venerina. Nessun intervento da parte
dell'assessore regionale ai Beni Culturali. NESSUNO!
Resti di un tempietto romano nell'area archeologica di Capomulini
(Acireale - CT)
Questa
classe dirigente non ha saputo preservare, valorizzare e rendere fruibili per
una accurata gestione i suoi potenziali siti di interesse culturale e ce ne sono
parecchi. Sindaci, assessori, consiglieri e politicanti di turno hanno macchiato
le potenzialità inespresse di questa città; neanche il dilettante più spaesato
avrebbe potuto fare peggio.
Al grande
flop dei distretti turistici in Sicilia che ha certificato progetti inutili ed
inattuabili e milioni di euro in fumo o nelle tasche dei soliti noti, si
aggiunge l'ennesima bocciatura per questi incapaci nel governare e capacissimi
collettori di voti in campagna elettorale.
Ci preme
sottolineare la goffa abitudine di appropriarsi delle altrui iniziative,
snaturandone il fine (come nel caso della famosa inaugurazione del Tempietto di
Capomulini) culturale e propositivo per farne semplicemente un motivo di
passerella mediatica priva di contenuti.
Ancora il
tentativo di creare fantomatiche commissioni spuriamente impregnate di cultura,
mettendoci dentro l'illogico non inerente mischiato con la solita pappa che
girovaga per salotti antichi e decaduti ormai da decenni; proprio quella pappa
risultata indigesta a chi non ha più creduto alla solita pantomima portata
avanti da questi politicanti senza arte nè parte.
Il nostro
interlocutore doveva essere il sindaco e noi lo avevamo messo al centro del
dibattito, invitandolo più volte ai nostri convegni; è venuto solo una volta,
non ha afferrato la validità del nostro operato ed oltretutto è stato anche "mal
consigliato". Nessuno si azzardi più ad ammonirci dicendo: "Ma ci parrasti
cù Nicola?" tanto per citare qualche referente politico dei nostri tempi.
A noi il
Nino, il Nicola o lo Stefano di turno poco interessa anzi per niente perchè non parla e non capisce il
nostro linguaggio e non ha compreso i nostri intenti propositivi SENZA FINI
DI LUCRO per il territorio.
Rosario Rigano
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