Questo progetto è imperniato su tre finalità che a loro
volta vertono su altrettante che portano tutte allo sviluppo culturale, sociale
ed economico del territorio ma tutto questo può essere attuato solo con una
mirata programmazione con basi certe e non solo politiche.
Delle
tre proposte messe in campo dall’Associazione Culturale editrice “Accademia di
Arti e Culture” con il patrocinio dell’Iccrom, la prima è essenzialmente pensata
per i ragazzi delle scuole medie, anche se una dirigente ha osservato che
andrebbero proposte sin dalla IV^ e V^ elementare perchè con “La Bellezza nei
Beni Culturali” si coinvolgono i ragazzi nel tessuto sociale e culturale
della città, li educa all’osservazione, alla comprensione e li rende consapevoli
della bellezza dell’arte insita in ogni monumento o comunque di ciò che compone
i beni culturali, siano essi mobili, artistici o architettonici. Li educa al
concetto del senso estetico, dell’ordinato assetto urbanistico e al decoro
urbano oltre alla capacità di individuare i corpi estranei che deturpano
l’integrità e l’armonia di un monumento o di un’opera architettonica, ad essere
critici, con cognizione di causa, e non assuefatti al degrado, al disordine e
all’anarchia. Questa operazione culturale si chiama formazione. Il percorso
intrapreso da questi ragazzi chiuderà il suo ciclo con l’uscita dalle medie
inferiori perché alle medie superiori non ci sarà un continuum di questa
filosofia di formazione. Eppure è di questo che la scuola deve nutrire i propri
studenti ma le direttive ministeriali e dei vari assessorati regionali sembrano,
anzi vertono decisamente su altre priorità. Il caso del Parco archeologico e
paesaggistico della Valle dell’Aci è l’esempio più clamoroso del fallimento
delle politiche regionali. Scopro oggi che in un sito di interesse culturale è
più produttivo edificare una palazzina o realizzare un parcheggio.
“Arti,
culture, mestieri e professioni del patrimonio culturale” è dedicato alla
miriade di artigiani e professionisti che si adoprano, lontani dai riflettori
mediatici, per far si che il nostro patrimonio sopravviva grazie ad una accurata
preservazione, tutela e mirata manutenzione curativa. Sono mestieri difficili e
per esercitarli è nessaria una adeguata preparazione di studio ed esperienze sul
campo ma sicuramente redditizie se espletate con passione, professionalità e
dovizia di culture e conoscenze settoriali.
Sicuramente propedeutici, questi due passaggi, per giungere al clou del nostro
progetto: “Preservazione, promozione, valorizzazione, fruizione e corretta
gestione” del nostro patrimonio.
Preservazione e Rispetto:
Specificatamente conservazione e si intende: ”Azione di mantenimento del bene in
oggetto in stato di efficienza e in condizioni di essere usato”; il fine è
quindi quello di proteggere il bene attraverso la manutenzione curativa prima
del restauro. Per salvaguardare il patrimonio gli specialisti della
conservazione sono impegnati in diverse azioni che possono distinguersi in:
Prevenzione: Serie di misure per ridurre i rischi di un potenziale
deterioramento. Si agisce sulle eventuali cause di degrado prima che si
verifichino gli effetti. Per esempio, controllare il grado di umidità di un
ambiente, limitare il numero di visitatori in un ambiente piccolo e delicato,
ecc.
Conservazione curativa:
Serie d’interventi per ridurre il più possibile
gli effetti del degrado di materiali e assicurare la continuità e la
sopravvivenza del bene (per es. rinforzare la tela di un quadro, consolidare un
muro pericolante, disinfestare una statua lignea dagli insetti)
Restauro:
Intervento su di un bene
seriamente deteriorato per restituirgli la leggibilità e garantirne la
conservazione. Il restauro costituisce spesso un intervento traumatico per
l’opera d’arte, quindi é meglio prevenire piuttosto che restaurare.
Manutenzione:
Serie di
azioni miranti a prevenire l’intervento di restauro mediante regolari controlli
e azioni preventive.
Valorizzazione:
ipotesi per una corretta e più appropriata valorizzazione considerando gli
ostacoli anche di natura burocratica oltre che materiali che ne ostacolano la
piena valorizzazione.
Promozione: ipotesi per la visibilità e
migliori metodi di promozione mirata del Bene, considerando anche l’eventuale
apporto del privato escludendo fini di lucro a sè stanti.
L'educazione
al patrimonio culturale si configura come un sistema dinamico di processi
orientati a incrementare saperi, creatività e consapevolezza dei ruoli di
individui e comunità in rapporto all'eredità culturale, alla sua valorizzazione,
tutela, fruizione e trasmissione.
Fruizione: ipotesi per meglio agevolare
le visite al Bene medesimo anche con il contributo di associazioni o club
service che ne aumentino la visibilità. Sempre con la dovuta cautela nella
fruizione e limitandone accessi di massa e incontrollati.
Gestione: ipotesi di possibile gestione
del Bene in oggetto che possa creare un circuito virtuoso di turismo culturale
capace di creare benefici all’indotto che ne cura e gestisce la promozione. Su
questo punto incidono per forza di cose i primi quattro. Serve quindi una seria
organizzazione che garantisca programmazione e realizzazione di ciò che serve
alla piena attuazione di tutti i punti prefissati.
La
visione olistica racchiude una prospettiva
a 360°, nella quale l'uomo e il mondo vengono visti nell'insieme e non separati.
Questo permette di aprire gli orizzonti e analizzare gli eventi e noi stessi con
altri occhi, dandoci la possibilità di mettere in pratica l'armonia
mente-corpo-spirito.
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