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Overture |
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Secondo libro della
trilogia "Tempi Luoghi Eventi"
Siculina, una
Shekelesh proemio di Sicilia
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L'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e
Culture" favorisce l'ingresso di nuovi iscritti/e con
piccole quote di adesione.
L'Associazione
consente la massima partecipazione a tutti gli iscritti
ad ogni evento, locale o regionale. |
Il
Presidente
Rosario
Rigano |
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Siculina
è il sentimento del tempo in cui ella è stata idealizzata, realizzata e/o
concepita secondo i canoni di una quasi perfezione ricavata dalle ricostruzioni
dell’epoca. Per questo motivo Siculina va’ narrata con un linguaggio corrente,
anche se coerente col tempo, attuale ed accessibile a tutti i livelli culturali.
Nel racconto non ci sono passaggi struggenti ma di evidenze che alimentano la
riflessione.
Cosa determina un sentimento? Da quale grado di presa di coscienza può
scaturire? Siculina è figlia della miscellanea di civiltà e culture che hanno
attraversato la Sicilia, lasciando in parte usi, facies e costumi che hanno
arricchito i saperi e le graduali evoluzioni di tutti i popoli che hanno
amalgamato l’abitante isolano meglio identificato come siciliano.
Nell'armonioso connubio tra natura, patrimonio culturale, architetture
rurali, storia e mito, mille armonie si intervallano dando vita ad una
miscellanea di suoni, immagini, odori, sapori ed emozioni da estasi ed orgasmo
dei sensi.
Ogni suono, immagine, odore e sapore, racconta una storia carica dei
significati dell'epoca e delle dominazioni vissute o subìte. Ogni angolo, ogni
anfratto dell'isola é una pagina delle millenarie storie della Sicilia che si
intrecciano nel tempo, sono queste le storie di amore, sangue e sale nelle vene
di ogni siciliano.
Siculina,
una Shekelesh proemio di Sicilia |
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“La superficie del mare
antistante quel bellissimo giardino quasi a ridosso
delle sponde, era lievemente crespata grazie alla
brezza di maestrale che spirava in quelle ore. Il
solo lasciava sull’acqua la sua scia colorata che ad
ogni alba proietta le prime luci su quella parte del
mondo. A primo impatto dovrebbe apparire bellissimo
quel verde giardino sul mare tanto da dare il primo
nome, alla nuova terra “Trinacie” o “Trinakiya” che
nel parlato Siculo vuol dire “posto con tanta
vegetazione”.
Barconi, navi e zattere si adagiarono sulle
sponde deserte. Sullo sfondo, oltre la vegetazione
si ergeva il posto del fuoco o Adri Agni (agnes) poi
imposto come nome all’odierna Adrano che significa
appunto “posto sul fuoco”.
Ci sono uomini, donne e bambini; ciò significa
che queste genti cercavano un luogo per viverci, per
creare nuove culture o civiltà in luoghi che ancora
sembravano disabitati. Tra di essi spicca una
piccola shekelesh, coperta con una pelle di capra,
con calzari alla schiava, una collana a forma di
triskele e i capelli raccolti in due treccine
indietro sulla fronte. È la nostra Siculina che si
contraddistingue per la sua curiosità, vivacità ed
una serie di pregi o difetti che si manifesteranno
nel corso di questa narrazione.
Non tutti i Siculi sbarcarono in questa
insenatura ma io desidero narrare un percorso che
poi è stato parzialmente cancellato dai romani che
seguirono la stessa via tracciata da questi
Siculi”.
Rosario Rigano
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