Recenti scoperte dimostrano
reperti stratificati, appartenenti ai Siculi,
nell’area dell’isola Lachea simili a quelli
rinvenuti nell’insenatura di Capomulini alla foce
del fiume Aci.
Per avere una più chiara visione delle facies dei
Siculi, sarebbe opportuno visionare, analizzare in
modo accurato, con l’aiuto di un glottologo, i
reperti rinvenuti nell’area di Capomulini
(Acireale), zona tempietto compresa. Casse di
reperti rimangono ancora occultati nei depositi
delle Soprintendenze per chissà quali oscuri motivi,
fin quando non saranno definitivamente deteriorati o
distrutti per non dire spariti.
In effetti la storia viene scritta da chi la
scrive ma prendendo spunto da ciò che hanno lasciato
intendere i vincitori. Ad esempio i Greci non furono
affatto colonizzatori o vincitori e non scrivono
affatto la storia, la storia viene scritta dagli
storiografi compiacenti.
Il problema della scomparsa dei Siculi dai libri
di storia deriva da un altro fattore, dagli
indirizzi storiografici che nascono nel XIX secolo
in Europa e che vogliono far credere che la cultura
nacque in Europa con l'arrivo degli Ariani... per
portare avanti tale tesi concentrarono sui Greci
ogni forma primordiale di cultura e ogni
conoscenza... come se nacquero dal nulla o vennero
dallo spazio. C’è un vuoto di oltre 400anni.
Tra Pelasgi e Siculi: Nonostante il “buco storico”
di ben 400 anni rappresentato dal “Medioevo
Ellenico”, le ricerche di qualificati studiosi e le
testimonianze archeologiche ci portano a ipotizzare
che non si trattò di un periodo buio, ma avvenne un
cambiamento dovuto all’arrivo in territorio ellenico
dei Siculi i quali, dopo avere distrutto le
roccaforti micenee, s’insediarono in varie regioni
della Grecia.
A dire il vero, nonostante il prolungato
“silenzio” della storiografia ufficiale, esistono
numerose testimonianze storiche come quelle degli
studiosi greci dell’età classica i quali ci parlano
della presenza di un popolo preellenico indicato con
il termine di “Pelasgi”; essi sono citati come
popolo di stirpe antichissima, antenati di molte
genti, che seppero illuminare e insegnare la cultura
all'Europa.
Ogni popolo o comunità umana sviluppa da sempre
una propria identità culturale, cioè un modo o più
modi particolari di considerare la vita e il mondo.
Lo scopo della storyteller Siculina è quello di
ripercorrere le tappe che hanno portato i Siculi in
Sicilia e poi ritornare in terra di origine, perché
siculina nasce Shekeleh, per sensibilizzare la
governance mondiale verso quel grande problema che
affligge, sottomette e perseguita bambine, ragazze e
donne in virtù di una blasfema interpretazione di
dettami religiosi o presunti tali.
Harald Haarmann, autore del libro Culture
dimenticate, ritiene che alcune civiltà del passato
siano state trascurate soprattutto perché al momento
non presentavano connessioni evidenti con gli
sviluppi all’origine dell’Europa moderna. Altre
culture, ritenute più significative in una
prospettiva eurocentrica, hanno avuto maggiore
fortuna: l’Egitto e la Mesopotamia, dove comparvero
Stato e Scrittura; Israele, in cui trova le sue
radici il monoteismo; la Grecia, culla della
democrazia e del teatro; l’Impero Romano, che ci ha
lasciato la lingua, la tecnologia e i fondamenti del
diritto. A questo modello radicato nelle nostre
menti e nei manuali di storia, lo studioso tedesco
contrappone 25 culture: cenerentole “dimenticate
perché i vincitori o le civiltà successive le hanno
rimosse, tacendone, cancellandone o vietandone la
memoria”.
Dal Paleolitico europeo all’ultimo millennio,
Haarmann ricostruisce gli aspetti cruciali di queste
culture, facendo ricorso alle più recenti
acquisizioni delle scienze linguistiche e culturali
dell’archeologia, della storia delle religioni,
degli studi genetici, dell’analisi di immagini
satellitari. Emergono tracce interrelazioni e
conquiste che hanno influenzato il nostro passato,
anche se talvolta sono state attribuite ad altre
società, più conformi ad una prospettiva
eurocentrica. L’evoluzione del popolo dei Siculi fa’
parte delle cenerentole indicate da Haarmann.
Noi tutti sappiamo invece che la cultura nacque
in Oriente e che quella ideologia razziale era
completamente errata. La storiografia, che ha
seguito e tutt'oggi in parte continua a seguire
quegli indirizzi, focalizza i riferimenti degli
scrittori arcaici e cerca di associare i
ritrovamenti archeologici a quegli scritti... ma
questo è totalmente fuorviante.
Dietro a questa mia narrazione c’è un lavoro
immenso svolto da appassionati cultori della
bellezza, della verità e della gratificazione del
sapere; sono curiosi, ricercatori, archeologi,
glottologi, linguisti, persone che hanno dedicato
parte della loro vita alla ricerca e all’incrocio
dei dati, come delle ipotesi, acquisiti e verificati
in base a quello che ci è oggi dato sapere. Tutto
questo non è facile e non sempre gratificante, anche
o soprattutto a livello economico. Tutto questo è
ciò che poi determina la nascita di mostre, eventi
ma soprattutto dei musei, oggi autentici cimiteri
della cultura perché privi di animazione culturale
seppur destinatari di importanti finanziamenti.
Rosario Rigano
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