.

 

-

Preambolo

 

 

Secondo libro della trilogia "Tempi Luoghi Eventi"

Siculina, una Shekelesh proemio di Sicilia

 

L'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture" favorisce l'ingresso di nuovi iscritti/e con piccole quote di adesione.

 L'Associazione consente la massima partecipazione a tutti gli iscritti ad ogni evento, locale o regionale.

 

Il Presidente

Rosario Rigano

 
 
 
 

 

   In questa parte di narrazione viene analizzato in percorso che ha portato i Siculi in Sicilia attraverso i corridoi internazionali ricostruiti grazie ad archeologi, glottologi, storici e financo genetisti.

   Primi arrivi dei Siculi in Sicilia: Lo storico Ellanico indica approdi di navi o zattere sicule nell’area ionico-etnea quindi tra Naxos, Fiumefreddo e Santa Tecla-Capomulini fino all’odierna San Giovanni Li Cuti. Nota su - Li Cuti: Borgo marinaro della Città di Catania il cui toponimo completo, come riporta lo studioso Alfredo Rizza nel suo libro: “I Siciliani, gli ariani siamo noi”, adesso è San Giovanni Li Cuti. Che esista nella lingua italiana un nome così strano appare quanto mai improbabile, viceversa, nella lingua sanscrita si trovano distinte le due parole Li e Cuti. Li vuol dire ottenuto o costituito e Kut vuol dire pietra. Per chi conosce i luoghi sa perfettamente che la riviera e l’insieme, è costituito da una presenza preponderante di pietre. Meglio di una fotografia, il toponimo sanscrito, nel descrivere il luogo.

 

Siculina, una Shekelesh proemio di Sicilia

 

   Recenti scoperte dimostrano reperti stratificati, appartenenti ai Siculi, nell’area dell’isola Lachea simili a quelli rinvenuti nell’insenatura di Capomulini alla foce del fiume Aci.

   Per avere una più chiara visione delle facies dei Siculi, sarebbe opportuno visionare, analizzare in modo accurato, con l’aiuto di un glottologo, i reperti rinvenuti nell’area di Capomulini (Acireale), zona tempietto compresa. Casse di reperti rimangono ancora occultati nei depositi delle Soprintendenze per chissà quali oscuri motivi, fin quando non saranno definitivamente deteriorati o distrutti per non dire spariti.

   In effetti la storia viene scritta da chi la scrive ma prendendo spunto da ciò che hanno lasciato intendere i vincitori. Ad esempio i Greci non furono affatto colonizzatori o vincitori e non scrivono affatto la storia, la storia viene scritta dagli storiografi compiacenti.

   Il problema della scomparsa dei Siculi dai libri di storia deriva da un altro fattore, dagli indirizzi storiografici che nascono nel XIX secolo in Europa e che vogliono far credere che la cultura nacque in Europa con l'arrivo degli Ariani... per portare avanti tale tesi concentrarono sui Greci ogni forma primordiale di cultura e ogni conoscenza... come se nacquero dal nulla o vennero dallo spazio. C’è un vuoto di oltre 400anni.

  Tra Pelasgi e Siculi: Nonostante il “buco storico” di ben 400 anni rappresentato dal “Medioevo Ellenico”, le ricerche di qualificati studiosi e le testimonianze archeologiche ci portano a ipotizzare che non si trattò di un periodo buio, ma avvenne un cambiamento dovuto all’arrivo in territorio ellenico dei Siculi i quali, dopo avere distrutto le roccaforti micenee, s’insediarono in varie regioni della Grecia.

   A dire il vero, nonostante il prolungato “silenzio” della storiografia ufficiale, esistono numerose testimonianze storiche come quelle degli studiosi greci dell’età classica i quali ci parlano della presenza di un popolo preellenico indicato con il termine di “Pelasgi”; essi sono citati come popolo di stirpe antichissima, antenati di molte genti, che seppero illuminare e insegnare la cultura all'Europa.

   Ogni popolo o comunità umana sviluppa da sempre una propria identità culturale, cioè un modo o più modi particolari di considerare la vita e il mondo. Lo scopo della storyteller Siculina è quello di ripercorrere le tappe che hanno portato i Siculi in Sicilia e poi ritornare in terra di origine, perché siculina nasce Shekeleh, per sensibilizzare la governance mondiale verso quel grande problema che affligge, sottomette e perseguita bambine, ragazze e donne in virtù di una blasfema interpretazione di dettami religiosi o presunti tali.

   Harald Haarmann, autore del libro Culture dimenticate, ritiene che alcune civiltà del passato siano state trascurate soprattutto perché al momento non presentavano connessioni evidenti con gli sviluppi all’origine dell’Europa moderna. Altre culture, ritenute più significative in una prospettiva eurocentrica, hanno avuto maggiore fortuna: l’Egitto e la Mesopotamia, dove comparvero Stato e Scrittura; Israele, in cui trova le sue radici il monoteismo; la Grecia, culla della democrazia e del teatro; l’Impero Romano, che ci ha lasciato la lingua, la tecnologia e i fondamenti del diritto. A questo modello radicato nelle nostre menti e nei manuali di storia, lo studioso tedesco contrappone 25 culture: cenerentole “dimenticate perché i vincitori o le civiltà successive le hanno rimosse, tacendone, cancellandone o vietandone la memoria”.

   Dal Paleolitico europeo all’ultimo millennio, Haarmann ricostruisce gli aspetti cruciali di queste culture, facendo ricorso alle più recenti acquisizioni delle scienze linguistiche e culturali dell’archeologia, della storia delle religioni, degli studi genetici, dell’analisi di immagini satellitari. Emergono tracce interrelazioni e conquiste che hanno influenzato il nostro passato, anche se talvolta sono state attribuite ad altre società, più conformi ad una prospettiva eurocentrica. L’evoluzione del popolo dei Siculi fa’ parte delle cenerentole indicate da Haarmann.

   Noi tutti sappiamo invece che la cultura nacque in Oriente e che quella ideologia razziale era completamente errata. La storiografia, che ha seguito e tutt'oggi in parte continua a seguire quegli indirizzi, focalizza i riferimenti degli scrittori arcaici e cerca di associare i ritrovamenti archeologici a quegli scritti... ma questo è totalmente fuorviante.

 

   Dietro a questa mia narrazione c’è un lavoro immenso svolto da appassionati cultori della bellezza, della verità e della gratificazione del sapere; sono curiosi, ricercatori, archeologi, glottologi, linguisti, persone che hanno dedicato parte della loro vita alla ricerca e all’incrocio dei dati, come delle ipotesi, acquisiti e verificati in base a quello che ci è oggi dato sapere. Tutto questo non è facile e non sempre gratificante, anche o soprattutto a livello economico. Tutto questo è ciò che poi determina la nascita di mostre, eventi ma soprattutto dei musei, oggi autentici cimiteri della cultura perché privi di animazione culturale seppur destinatari di importanti finanziamenti.

  

    Rosario Rigano

 

  

 

 

 

 

 

Seguici sulla pagina
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Pagina e link collegati a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture".

Portale Culturale degli Eventi Siciliani

By Rosario Rigano

Riproduzione riservata