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Capomulini
 
 

 

 

   Individuazione dell’area dell’istituendo Parco archeologico e paesaggistico Valle dell’Aci ricadente nel territorio dei comuni di Acireale, Acicatena, Acicastello Aci S. Antonio e Valverde.

  Tenuto conto dell’importanza strategica del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci all’interno del sistema dei parchi archeologici siciliani ai fini della valorizzazione del territorio individuato, nonché del perseguimento delle finalità di migliore fruibilità e gestione dell’importante patrimonio archeologico che vi insiste occorre, pertanto, procedere all’inserimento del Parco in questione all’interno dell’elenco dei parchi archeologici ai sensi della legge regionale n. 20 del 2000;

   Premesso che l’area costituente il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci, secondo la proposta di cui sopra, interessa i territori dei comuni di Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Valverde e Aci Sant’Antonio;

   Premesso che il parco, così come perimetrato intende salvaguardare e valorizzare i valori archeologici, panoramici, paesaggistici e culturali che caratterizzano un’area che dal centro abitato di Capo Mulini percorre verso nord il tratto di costa fino alla Torre S. Anna estendendosi in direzione ovest, verso l’entroterra, comprendendo parti del territorio di Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Valverde e Aci Sant’Antonio, un territorio in cui le caratteristiche naturali di tipo geo-vulcanologico si uniscono e si integrano fortemente con quelli archeologici, storici e paesaggistici di grande rilevanza, data anche dall’integrità delle emergenze presenti nel territorio;

   Premesso che il territorio di Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Valverde e Aci Sant’Antonio ricade nel versante sud-orientale etneo caratterizzato, dal punto di vista naturale e geo-vulcanologico, da spianate debolmente degradanti verso la costa, interrotte da scarpate o timpe più o meno pronunciate, originate dal sistema tettonico e dal sollevamento bradisismico. Questi fenomeni che hanno portato alla nascita del Mongibello hanno reso questo particolare settore interessato da discontinuità tettoniche a carattere regionale, rappresentate da un sistema a faglie “a gradinata” culminante con l’alta falesia della “Timpa” di Acireale;

   Premesso che l’area, fortemente antropizzata, conserva tuttavia rade tracce dell’antica vegetazione boschiva, ancorché presente in aree limitate, localizzate ai margini delle colture, dominate dall’importante Roverella, esempio dell’originaria vegetazione delle basse pendici etnee ed emergenza naturalistica, presente nel Bosco d’Aci, mentre gli arbusteti a macchia, in prevalenza Euforbia arborea, si insediano ai margini delle colture e delle aree urbanizzate, insieme al Ficodindia, presente in modo sparso;

   Premesso che l’area è caratterizzata da una diffusa rete idrografica improntata da sorgenti che sgorgano numerosissime ed alimentano un bacino in cui si è creata una via d’acqua che si snoda in una suggestiva cornice di paesaggi antropici e biotopi ancora integri;

   Premesso che le ampie pendici dell’Etna che ricadono nei territori dei comuni di Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Valverde e Aci Sant’Antonio è intensamente segnato dalla testimonianza delle attività umane del passato e da un paesaggio fortemente disegnato da terrazzamenti, con scale, muretti e piccoli edifici in pietra, tipici del paesaggio rurale etneo, evolutosi nel tempo, passando dall’impianto nell’Ottocento della vite al successivo impianto di agrumi, in special modo limoni, che connotano fortemente il panorama che degrada dolcemente verso il mare, coniugato in una cornice ambientale caratterizzata da valori naturali e naturalistici congiunta ad un paesaggio agricolo che mantiene ancora, per la maggior parte della sua estensione, caratteristiche strettamente connesse alla tradizione dei luoghi;

   Premesso che in tale area ricade, tra l’altro, la vasta zona appartenente al demanio culturale della Regione, relativa alla piccola e antica chiesa di origini bizantine consolidatasi durante il regno della Regina Eleonora nel XIV secolo e dedicata a Santa Venera, nonché i resti dell’antica struttura delle terme di età romana, determinate dalla presenza di una sorgente di acqua curativa che oggi alimenta le Terme di Acireale e costituite da numerosi ambienti dei quali rimangono ben conservate due sale voltate, collegate e dotate di ipocausti posti sotto i pavimenti, uno dei quali a mosaico;

   Premesso che in tale area è stato rinvenuto il sito della mansio di Acium, citata nell’itinerarium Antonini, posta sulla strada che collegava Messina a Catania, con un interessante edificio costruito nel III sec. a.C. Sulle rovine di un più antico abitato, sul quale si insediò successivamente un’officina con fornaci per la cottura della ceramica, attività rimasta in funzione fino al I sec. d.C. All’interno dell’area e dentro una casa rurale dell’inizio del XX secolo è stato realizzato un piccolo antiquarium, in cui si mostra la fitta successione cronologica dell’insediamento locale che spazia dalla preistoria al medioevo;

   Premesso che gli aspetti legati all’importanza del sito si ritrovano nell’area della Torre Casalotto, ubicata nel comune di Acicatena, un tempo parte delle pertinenze dell’antica Jachium, assegnate dai Normanni nell’XI secolo all’Abate Ansgerio, vescovo della Diocesi di Catania e successivamente giunta in possesso dei Riggio di Campofiorito per finire nella proprietà dei Casalotto. La struttura architettonica, oggi al centro di una vasta e ricca zona densa di testimonianze archeologiche, emerge per qualità ed importanza grazie alla cinta muraria cinquecentesca, costruita intorno all’antica torre triangolare;

   Premesso che in località Capo Mulini, nel comune di Acireale, sono presenti i resti di un tempietto di epoca romana sottoposto a vincolo diretto ai sensi della legge n. 1089/39 emesso con D.M. del 20 febbraio 1952, convalidato dal Presidente della Regione siciliana n. 4611 del 19 agosto 1966 nel cui contesto a monte, in località Monte Gazzena, esiste un’area di evidente interesse archeologico testimoniata da reperti in ceramica di età greca;

   Premesso che in comune di Valverde, in c.da Casalrosato, è ubicato un insediamento di età greca vincolato con vincolo diretto;

   Premesso che il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci , alla luce delle linee guida del decreto ministeriale del MIBAC del 18 aprile 2012 per la valorizzazione dei parchi archeologici, rientra nella categoria dei “Parchi a rete”;

   Tenuto conto dell’importanza strategica del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci ai fini della valorizzazione del territorio individuato, nonché del perseguimento delle finalità di migliore fruibilità e gestione dell’importante patrimonio archeologico che vi insiste e che, pertanto, occorre procedere ai sensi del comma 3 dell’art. 20 della legge regionale n. 20 del 2000 alla  individuazione  dell’area in cui tale Parco ricade;

   Tenuto conto che con nota n. 4049/X del 29 febbraio 2012 la Soprintendenza per i BB.CC.AA. trasmetteva una proposta di perimetrazione dell’area e che tale perimetrazione Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Valverde e Aci Sant’Antonio conformemente a quanto previsto dal comma 4 dell’art. 20 della legge regionale n. 20 del 2000;

Premesso che la nuova proposta di perimetrazione trasmessa dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania con nota n. 21158/S del 6 dicembre 2013 presenta lievi e non sostanziali modifiche dell’impianto planimetrico, in special modo riguardo alla fascia di rispetto e di inedificabilità della zona “B” ai sensi della legge regionale n. 76 del 1978, art. 15, lett. e), generata dalla via dei Mulini, classificata nella precedente perimetrazione come zona “A” – trasmessa nel 2012 ai 5 comuni interessati con la citata nota n. 4049/X del 29 febbraio 2012 e già oggetto della concertazione vista prima – mentre nell’attuale proposta essa risulta invece quale fascia di rispetto della medesima via individuata come zona “B2” che, contrariamente alla in edificabilità assoluta della precedente proposta, consente parziali modifiche dell’area, generando una tutela meno rigida ma al contempo attenta alle qualità e ai valori espressi in questo settore del Parco “a rete”;

   Premesso che tali modifiche, resesi necessarie, mantengono inalterata l’estensione complessiva dell’area del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci;

   Tenuto conto che con nota prot. n. 13352 del 23 febbraio 2012 il comune di Acireale inviava alla Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Catania le proprie osservazioni sulla perimetrazione;

   Tenuto conto che l’area costituente il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci, come rilevabile dalla documentazione cartografica allegata al presente decreto, trasmessa dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania con note n. 21158 del 6 dicembre 2013 e n. 4559 dell’11 marzo 2014, è costituita:

• dall’area archeologica (zona A) appartenente sia al demanio culturale della Regione, che privata e della quale si prevede la futura demanializzazione;

• da una parte di territorio di protezione (zona B1 – fascia di rispetto ai sensi dell’art. 15, legge regionale n. 78/76 + area sottoposta a vincolo indiretto ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004; zona B2 – area di tutela integrata);

• da un’ampia area di interesse archeologico e paesaggistico (zona C) caratterizzata da paesaggio agrario e a salvaguardia dei valori paesaggistici;

   Tenuto conto che nelle more della ricostituzione del Consiglio regionale dei beni culturali e ambientali, tenuto ad esprimere parere ai fini dell’istituzione del Parco ai sensi del comma 7 dell’art. 20 della legge regionale n. 20/2000, sussistono, pertanto, le condizioni per la formale individuazione dell’area costituente il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci ai sensi del comma 3 dell’articolo 20 della medesima legge; Ritenuto, pertanto, di dover procedere, in attuazione del comma 3 dell’art. 20 della legge regionale n. 20/2000, all’individuazione dell’area in cui ricade il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci.

   In premessa si legge "istituendo" e tale è rimasto ad oggi nel 2024. Molte premesse sono ancor oggi prive di reale fondamento; ma quelli del copia e incolla non lo sanno. Wikipedia compreso.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

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