La vera evoluzione della Sicilia,
potrebbe nascere proprio da Capomulini, probabile primo sito di sbarco di popoli
navigatori in epoca neolitica, in quanto unico approdo naturale
nell’area di riferimento, proprio prima dei Siculi di cui abbiamo
già ampiamente parlato.
Leggende a parte, che narrano di ciclopi (giganti con un solo
occhio che abitavano nei pressi del vulcano Etna) di ninfe
bellissime (Galatea era una di queste), di luoghi citati persino da
Omero che indicherebbe l’isola Lachea come “l’isola delle capre”,
questi posti sono oggi meta indiscussa di turisti e viaggiatori di
ogni genere che ne apprezzano l’accoglienza, la cucina e
l’incomparabile, incontaminata bellezza di luoghi dove per molti
versi ancor oggi si possono scorgere angoli suggestivi che conducono
a Verghiane memorie.
Capomulini rimane in mezzo a due Aci: la prima gode del mito
dei Faraglioni, saldamente legati al fondo marino da cui sono emersi
in epoca moto remota ed oggi circondati da soffice sabbia marina che
corre parecchi chilometri della costa ionica sotto il livello del
mare; la seconda del mito del pastorello Aci di cui si narra in una
poetica e deliziosa composizione in gergo siculo, che attribuirebbe
il nome al fiume Aci e alla stessa città proprio con la sua morte a
causa di scatenate gelosie del ciclope Polifemo per la bellissima
ninfa Galatea innamorata del pastorello.
Un sito che potrebbe riservare piacevoli sorprese, è proprio
quello che ospita “Il Tempietto” di epoca greco-romana. Al momento
inaccessibile, tale sito non figura nelle guide turistiche locali
ne’ nazionali.
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Nuova pubblicazione per
la "Collana Siculina".
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