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   Misterbianco

 

     Anticamente l'abitato si sviluppava su di un rilievo alle pendici dell'Etna con terre fertili e attraversato dal fiume Amenano. Il nome cittadino deriva da un monastero i cui monaci indossavano un saio bianco, probabilmente domenicani, Monasterium Album, che venne distrutto, assieme all'antico borgo, dall'eruzione del 1669. La ricostruzione nel nuovo sito avvenne grazie all'autorizzazione ad erigere il nuovo comune che gli abitanti chiesero subito al Tribunale del Regio Patrimonio, autorizzazione che si concluse con l'acquisto del nuovo territorio, quello attuale più a valle, avvenuta il 24 novembre 1670 che apparteneva al Convento delle Moniali di S. Giuliano di Catania e pagato al prezzo di 501 onze, 12 tarì e 10 grana. La ricostruzione fu condotta in maniera per quanto possibile fedele alla precedente struttura cittadina. Fu riedificata la piazza dei Quattro Canti, le chiese, i quattro palazzi signorili - Santonocito, Scuderi, Anfuso e Santagati - e buona parte dei monumenti, ivi compresa la stele con la croce, trasportata dall'antico comune e che fu installata sul poggio da cui ha preso il nome l'attuale Poggio Croce.

     Casale di Catania fino al 1642, divenne Terra indipendente a seguito dell'acquisto da parte di Gian Andrea Massa, nobile famiglia genovese che lo cedette dopo qualche giorno alla famiglia Trigona, allora baroni di S. Cono e Dragofosso, che nel 1685 ottenne il titolo di duca di Misterbianco.

     A Misterbianco vi sono alcune aree archeologiche con reperti del Neolitico, insediamenti greco - romani e bizantini (nella contrada Erbe Bianche) e i resti di un acquedotto d'età romana. Da ricordare i resti dell'antica Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria de Monasterio Albo, citata in alcuni documenti trecenteschi, e in alcuni cinquecenteschi sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie. Dell'originaria costruzione, distrutta dall'eruzione del 1669, restava fino ai primi anni del 2000 solo parte dell'antico campanile. Adesso a seguito degli scavi archeologici è stata riportata alla luce l'intera navata, il pavimento originale, l'abside, gli altari laterali e gli ambienti circostanti.

     Fino alla metà degli anni cinquanta Misterbianco era solo un grosso centro agricolo alle porte di Catania. Negli anni sessanta iniziarono a svilupparsi, nell'area a nord ovest, insediamenti industriali per lo più connessi al settore produttivo edile. La popolazione al censimento del 1971 risultava essere di 18.836 abitanti. A partire dagli anni settanta, in conseguenza dello sviluppo caotico ed irrefrenabile delle costruzioni nelle zone dove ora sorgono le frazioni di Lineri, Poggio Lupo, Serra, Belsito e Montepalma si è verificato un vertiginoso aumento della popolazione, confluitavi dall'hinterland Etneo più povero e dai quartieri più disagiati della città di Catania. Contemporaneamente si è sviluppata a macchia d'olio l'area commerciale/industriale arricchendosi di anno in anno di nuove aziende sempre più importanti, soprattutto nel settore della grande distribuzione, senza trascurare quello ad alto contenuto tecnologico come nel caso dell'Alenia.

 

    

 
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