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Motta, come altre città della Valle del Simeto, ha origini antiche.
Studi archeologici risalenti al 1954 nella contrada Ardizzone, attestano la
presenza greca nel territorio intorno a secoli V-IV a.C. Il periodo romano,
invece, è testimoniato dal ritrovamento di alcune monete risalenti al
periodo del grande impero, e da un mosaico rinvenuto in contrada Acquarone,
appartenente ad una villa.
Sull'origine del nome Motta Sant'Anastasia
esistono diverse ipotesi. Secondo alcuni studiosi Motta (nome preromano) e
Anastasia (nome greco-bizantino) hanno significati simili ed indicano la
natura del luogo, il tipico rilievo del territorio che da secoli è
caratterizzata dal Neck e i dintorni di Motta Sant'Anastasia.
Successivamente nei secoli XII-XIV, i due nomi furono accostati ed i
cittadini si associarono nella devozione e nel culto di Sant’Anastasia,
patrona della cittadina.
Motta, fin dal periodo di Dionisio, tiranno
di Siracusa, ricoprì un ruolo di notevole importanza come roccaforte di
avvistamento e di difesa.
Tale ruolo crebbe durante il periodo
normanno con Ruggero d'Altavilla che vi fece edificare una torre per
presidiare l'imbocco della piana di Catania e proteggere così i possedimenti
normanni dalle continue incursioni saracene. Le caratteristiche del
territorio, i resti delle strutture di difesa e quelle abitative evidenziano
la tipicità medievale della cittadina. "La Motta", infatti, consisteva in un
luogo sopraelevato da dove era possibile controllare l'intero territorio
circostante. In Inghilterra, intorno al 1066, sulla "Motta" dei luoghi di
conquista, i Normanni costruivano una torre di legno per difendere i
territori occupati. Ma in Sicilia, per la carenza di foreste, i Normanni
dovettero edificare le loro torri con pietra basaltica. A Motta tale
costruzione facilitata dalla conformazione morfologica del luogo, che ben si
prestava all'edificazione dell'avamposto difensivo.
Il primo insediamento fuori dalle mura fu
il quartiere Urnazza che, intorno al 1500, sorse nei pressi dell'attuale
chiesa di Sant’Antonio, allora luogo di sepoltura dei quartieri "Urnazza" e
"Matrice".
Nel 1526 la città diventò feudo di Antonio
Moncada, conte di Adernò, e per quattro secoli, fino al 1900, il castello fu
destinato essenzialmente a essere una prigione.
Nella seconda metà del 1600 vi erano a
Motta 560 abitanti. Tra la seconda metà del 1700 e il 1800 cominciò meglio a
delinearsi la struttura del paese, con la nascita di nuovi quartieri, come
quelli di "Croce", "Pozzo", "Sciddichenti".
Nel 1798 gli abitanti di Motta divennero
1400 e nel censimento del 1831 arrivarono a 2181.
Il 1º gennaio 1820 il tribunale di Catania istituì il comune di Motta Sant'Anastasia.
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Eventi in città |
Le
feste Medievali comprendono, tra l'altro,
l’obiettivo di raggiungere un connubio fra storicità
e spettacolo.
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