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La scuola nell’oblio. Scuola ed
università hanno obblighi verso gli studenti e la
comunità di corretta istruzione fondata su dati reali e
attuali. Purtroppo, i contenuti dei libri delle medie,
inferiori e superiori, sono ormai obsoleti e
spesso falsati da antiche interpretazioni. Soprattutto
la Sicilia ha necessità di far uscire le nuove
generazioni dalle tradizionali narrazioni e dalle
congetture che ancora navigano in rete.
Se la scuola continua a rimanere fuori dalla realtà
reale (vivendo in quella percepita) mantenendosi, per
propria responsabilità, in una enclave ibernata di
arretratezza, con il solo bagaglio didattico colmo di
progetti spesso inutili che assoggettano gli studenti
nella vacuità del globalismo mediatico. Nel caso del
cosiddetto studio del “dialetto siciliano” l’assessorato
regionale ha scelto di abbracciarsi alla solita fonte
che non accetta studi e valutazioni di valenti e
preparati studiosi che hanno fatto luce nella vera
preistoria della Sicilia con tutti i suoi contenuti
sociali e culturali fonti di civiltà ancora ignorate a
tutto vantaggio di “altro” che non ci appartiene. Con le
mie due ultime pubblicazioni: “Preistoria e protostoria
della Sicilia - origini ed evoluzioni che pongono
l’isola al centro di culture e civiltà
euro-afro-asiatiche” e “Idioma siciliano. Origini ed
evoluzioni di una lingua madre”, ho dato vita al più
grande congresso storico mai avvenuto negli ultimi 500
anni, con il contributo di archeologi, archeo-astronomi,
studiosi, linguisti, glottologi, egittologi,
etruscologi, assirologi, antropologi, genetisti, mentre
questa scuola e queste istituzioni rimangono ancorate a
ipotesi e credenze tramandate e mai verificate, come se
tutto, per la Sicilia, avesse avuto inizio con
l’interazione dei Dori, dei Calcidesi, Corinzi e Megaresi
chiamati poi Greci antichi (che non erano) tra il
siracusano e l’agrigentino, ignorando la vera ed
importante preistoria di Sicilia ed aree del mar Egeo,
dei Sikani e dei Siculi.
La scuola è questa. Far studiare e magnificare
invasori, aggressori e dominatori le cui culture, tranne
che per una manciata di parole e gallicismi vari, non
sono più neppure riscontrabili nel sapere e nella
cultura dei siciliani. Quello di magnificare
colonizzatori, sfruttatori e poi gli autori delle
umilianti dominazioni avvenute dall’anno mille in poi,
sembrano gratificare istituzioni regionali, scuola e
corpo docente. Che strana gente. Qui ha prevalso il
pressappochismo e la genericità; l’assessorato
all’identità siciliana (di cosa) alimenta una identità
che non esiste come la vorrebbero interpretare loro.
Aveva ragione l’ex presidente della Regione Nello
Musumeci? Nota di colore: Anche all’ex
governatore Musumeci è stata posta una domanda
pertinente durante un incontro a Palazzo d’Orleans:
“Presidente, che significa assessore all’identità
siciliana?
Musumeci: Le risponderò quando lei mi avrà detto cosa
significa identità siciliana (visto che l’assessorato
non l’ho inventato io). Ho chiesto agli uffici
sull’identità siciliana, si sono guardati in faccia e
non mi hanno risposto. Se nessuno di quelli addetti ai
lavori mi sa rispondere vuol dire che si tratta di una
fesseria.
- In effetti, mi chiedo: Di cosa si occupa l’assessorato
all’identità siciliana? Pure io ho chiesto e la risposta
è stata la seguente: “Si documenti sul sito”.
Considerando che la Regione Siciliana, come ente, è il
più imponente stipendificio isolano, mi viene da pensare
che un ufficio, una poltrona, una segretaria, due linee
telefoniche, un cellulare di servizio, un lauto
stipendio e benefit vari non si nega a nessuno dei
soliti trombati; ai nostri giorni, leggo, mancherebbe
addirittura personale…
Questo passaggio è d’obbligo perché
evidenzia lo “smarrimento” di moltissimi studenti allorché
vorrebbero documentarsi in merito; in effetti la domanda
me l’ero posta anch’io. La scuola, al pari
dell'Università dove alcuni corsi si sono aperti al
confronto con le aziende e il territorio, mentre altri
si sono chiusi all'interno di archivi, biblioteche,
sacrestie e monasteri; apra alla "terza missione"; il
confronto con il territorio forma ed evolve le culture e
conoscenze.
Rosario Rigano
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