| Il sito di Paternò è stato occupato oltre 3500 anni prima della nascita di Cristo, quando nel vulcanetto preistorico che sovrasta la città si insediarono i primi abitanti. La cittadina che sorse era di origine Sicana, nonostante fosse in territorio dei Siculi, e fin dall'inizio prese il nome di Inessa. Relativamente poco tempo dopo, alcuni abitanti provenienti da Catania, che in quel tempo si chiamava Aitna, chiamarono l'antica Paternò Inessa-Aitna. Da qui il nome Paternò che forse deriva da Paeter Aitnaion, cioè la "Rocca degli Etnei". Nel territorio paternese, però, con molta probabilità esistevano due città, infatti non c'era solo Inessa-Aitna, ma molti autori indicano anche la presenza di Hybla Mayor o Galeatis, che sorgeva nella parte a Nord-Ovest dell'attuale città. Città di media importanza durante il periodo greco e romano si spopolò quasi del tutto nei tre secoli precedenti l'anno mille. Nel periodo della dominazione saracena il borgo era chiamato Batarnù. In seguito alla conquista normanna iniziata negli anni '60 del XI secolo, il sito venne denominato Paternionis, e iniziò un periodo di grande splendore civico ed economico, giacché la città fu sede di re e regine. Sotto i Normanni la città divenne Contea, ed il suo vastissimo territorio includeva diversi monasteri - specialmente benedettini - : veri e propri feudi che amministravano le ricche risorse agricole del contado. Per tale motivo Paternò ebbe l'appellativo di "Civitas Fertilissima". In epoca aragonese, invece, Paternò fu inserita nella cosiddetta Camera Reginale che venne costituita da Federico III d'Aragona come dono di nozze alla consorte Eleonora d'Angiò e che poi venne ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione. Il periodo di magnificenza di Paternò durò fino al XV secolo, quando coi Moncada la città venne infeudata e ne iniziò un lento ma inarrestabile declino. I moncada si fregiavano del titolo di Principi di Paternò. Del periodo medievale sono presenti tuttora interessanti testimonianze tra cui il magnifico Castello, dalla caratteristica forma a Parallelepipedo, simile ai donjon francesi ed ai castelli scozzesi fortificati nello stesso periodo. Caratteristico anche il convento di S. Francesco, la chiesa della Gancia e tutto il borgo. È di notevole interesse storico un'antica mappa prospettica di Paternò: un disegno ad inchiostro del Seicento scoperto recentemente, che inquadra la Collina e la città sottostante, coi suoi monumenti principali e con scene di vita quotidiana e di giustizia. Della dominazione normanna si possono, addirittura intravedere ancora gli influssi in chiave antropologica, come la presenza di alcuni tratti fisici caratteristici delle popolazioni nordiche in una parte della popolazione. Uno dei problemi principali della città tra fine '800 e inizi '900 fu quello di essere una zona malarica, problema da tempo risolto, giacché ormai sono state del tutto bonificate le zone paludose nella Piana di Catania. | |