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   Grammichele

Piazza Duomo

    

     Grammichele dista 130 Km. da Agrigento, 101 Km. da Caltanissetta, 62 Km. da Catania, alla cui provincia appartiene, 82 Km. da Enna, 158 Km. da Messina, 243 Km. da Palermo, 130 Km. da Ragusa, 84 Km. da Siracusa, 357 Km. da Trapani.

 

     Il comune conta 14.240 abitanti e ha una superficie di 3.095 ettari per una densità abitativa di 460 abitanti per chilometro quadrato. Sorge in una zona collinare interna, posta a 521 metri sopra il livello del mare. Il municipio è sito in piazza Carlo Maria Carafa.

 

     Sorta su un antico borgo contadino, Grammichele si distingue per la cospicua produzione di uva, olive, fichidindia, agrumi e cereali.

 

     Caratteristica è l'annuale Mostra-Mercato dell'antiquariato che si tiene nel mese di settembre. Sul territorio sono presenti numerose cave di pietre da taglio.

 

Il paese di Grammichele nacque dopo il 1693, anno in cui un devastante terremoto aveva distrutto l'antico borgo chiamato "Occhiolà". La nuova cittadina venne chiamata Grammichele per invocare la protezione di S. Michele detto il "Grande" e appartenne al signore Carlo Maria Branciforte, principe di Butera e di Roccella.

 

     Il nuovo borgo fu progettato dall'architetto Michele da Ferla (XVIII secolo) e si basa su una struttura urbanistica concentrica circondata da un perimetro esagonale con al centro una grande piazza.

 

     Nel settore dei monumenti particolare rilievo hanno la Chiesa Madre dedicata a S. Michele patrono della città che venne eretta tra il 1724 e il 1757 e il Palazzo Municipale opera dell'architetto Carlo Sada (1809-1873), costruito verso la fine del 1800.

 

     Il Parco Archeologico di Occhiolà, istituito nel 1997 si estende su un'area di circa trenta ettari. Il piccolo centro di Occhiolà, che prima del sisma del 1693,contava una popolazione di circa tremila abitanti è il frutto di una lunga storia che ha lasciato profonde traccie sul territorio.Il borgo sito sulle alture di Terravecchia (tre km a nord di Grammichele), si sviluppava attorno al palazzo signorile allargandosi fino ad occupare Poggio del Rullo e San Leonardo.Paolo Orsi , Soprintendente alle antichità della Sicilia Orientale tra la fine del XIX e gli inizi del XX sec. in seguito alle sue ricerche ipotizzò che il luogo era abitato dalle antiche popolazioni indigene della Sicilia Orientale (Siculi) ed in seguito,a partire dal VI sec. a.C.,occupato da genti greche provenienti dalla colonia calcidese di Leontinoi.

 

     Per recuperare un pezzo concreto della storia della nostra comunità, attraverso le ricerche e le scoperte si è approfondita la conoscenza del territorio,delle colline di Terravecchia luogo nell'immaginario collettivo misterioso:il visitatore che percorre quelle stradine tracciate da muretti,ormai cumuli di pietre e si aggira tra le rovine delle case che costituivano il borgo,non può che subire il fascino di quei luoghi. L'area del parco,oltre ad essere un luogo da visitare per apprezzare i resti della città distrutta dal terremoto del 1963, del persistente centro indigeno ellenizzato e dell'ambiente circostante,costituisce un punto panoramico sull'incantevole valle dei Margi racchiusa tra gli Erei e gli Iblei e raccolta attorno il santuario di Mofeta dei Palici.

 

 
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