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   Scordia

Scordia centro storico

 

     Nel territorio su cui sorge Scordia, nell’estremo limite settentrionale degli Iblei, in posizione amena sul margine meridionale della piana di Catania, a ridosso dei campi leontini, identificati con i campi lestrigonii della mitologia, si sono succeduti insediamenti umani fin dai tempi più antichi, in alcuni casi lasciando tracce ben visibili ancora oggi.

 

     Le numerose grotte artificiali esistenti in località Grotta del Drago e i resti di quelle scavate nella zona della Cava, ad est dell’abitato, attestano la presenza in età remota di una popolazione trogloditica lungo la valle naturale incisa nella roccia calcarea dalla impetuosa corrente del torrente che fino a qualche tempo fa, sorgendo a nord-ovest in località ‘Urgu tintu, scorreva con una serie di sinuose curve in un ambiente caratterizzato dalla bellezza selvaggia e dai forti odori della vegetazione tipica della macchia mediterranea, fino ad oltrepassare il ponte di contrada Pollicino, a sud-est, per immettersi nella piana di Lentini dividendosi in diversi rigagnoli destinati a confluire nel Biviere.

 

     Quelle grotte in età protostorica dovettero essere abitate da popolazioni sicule, prima che queste venissero assimilate dai greci che avevano fondato nel 730 a.C. Leontinoi e successivamente Brikinnai, sul Colle S. Basilio, una località pochi chilometri a nord oggi compresa nel territorio di Lentini, nei tempi antichi culturalmente affine a Scordia.

 

     Questa assimilazione non dovette essere pacifica, se ancora oggi sopravvive una valutazione negativa dell’elemento greco nell’allarmato stupore comunicato dall’espressione; E- cchi sbarcarru Ârièci!?, che ci può capitare di ascoltare dagli anziani di Scordia all’arrivo improvviso di una frotta di ragazzi scalmanati e chiassosi intenti a giocare in maniera violenta sopraffacendo i coetanei più deboli o solamente più rispettosi delle buone regole del vivere civile.

 

Del resto a soli pochi chilometri dall’attuale Scordia Ducezio aveva fondato Palikè, presso il santuario dei Palici, nel suo generoso quanto vano tentativo di difendere l’unità e l’indipendenza della nazione sicula dall’imperialismo dei Greci ( 451 a.c. ).

     Della presenza di questi ultimi nel territorio di Scordia come di quella dei Romani, dei Bizantini e degli Arabi sarebbero dimostrazione i reperti archeologici, soprattutto monete e vasi facenti parte di corredi funerari, di cui ci danno notizie gli studiosi di storia locale.

 

     Ma il materiale venuto alla luce, se si eccettua quello proveniente dagli scavi condotti da P. Orsi e da S. Lagona sul Colle S. Basilio, rarissimamente si è potuto esaminare, catalogare e sistemare con criteri scientifici, essendo stato trovato in maniera casuale o attraverso scavi di frodo destinati ad alimentare il mercato clandestino.

    

 
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