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Tutti i libri di Rosario Rigano per Accademia di Arti e Culture

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Il tempietto romano di Capomulini, tra storia e vicissitudini, nelle attività dell’Associazione Culturale editrice Accademia di Arti e Culture.

 

   C’era un progetto (2015) inviato e condiviso con l’ex dirigente del dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana dott. Gaetano Pennino; trasmesso anche all’ex direttore del Polo Archeologico di Catania e della Valle dell’Aci dott.ssa Maria Costanza Lentini, che autorizzava l’apertura del sito, per visita didattica,(a tal proposito, l'Associazione Culturale Accademia di Arti e Culture, è stata promotrice, insieme ai Comuni di Acireale ed Acicatena, della scerbatura del sito e relativa messa in sicurezza)  cui subentrò Gioconda La Magna che cestinò tutto fino all’arrivo dell’attuale direttore dott. Giuseppe D’Urso che ha candidamente affermato di aver trovato i cassetti vuoti per quanto attiene le attività precedenti; primo contatto febbraio 2023. Detto sito, che comprende la stazione neolitica, è parte integrante del Parco a rete archeologico e paesaggistico della Valle dell'Aci - Legge Regionale 2 Luglio 2014 n. 16. Da qui mi sono reso conto che politici e burocrati non hanno la benchè minima idea di cosa può contenere, offrire e generare, in termini sociali, economici e culturali questo tipo di parco insito in queste aree.

 

   Il progetto prese il via il 5 Maggio del 2015 presso il Palazzo del Turismo di Acireale con un convegno imperniato sul perimetro del Parco, sull'organizzazione dello stesso in quanto a rete, sulle potenzialità culturali, didattiche e di sviluppo economico e sociale, come di umanizzazione del territorio circostante, cui parteciparono i sindaci, loro assessori o delegati dei comuni di detto Parco con tecnici ed esperti della nostra associazione. Quello fu il primo passo per portare all'attenzione degli Enti di settore le potenzialità di detto Parco in cui ricade l'area archeologica di Capomulini ed il sito del tempietto. Gli atti del convegno e le proposte condivise sono pubblicate in un libro a cura dell'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture". Da quel convegno in poi tutti si riversarono, con vari atteggiamenti, nel sito del tempietto romano.

   Questa mia nota, espressa anche a nome dell’Associazione Culturale “Accademia di Arti e Culture”, si riferisce ad un articolo apparso sul quotidiano La Sicilia in data 15 Settembre 2018 a pag. 36 a firma Nello Pietropaolo dal titolo: “Acireale, il sito archeologico di Capomulini sarà valorizzato. Ha duemila anni di storia ma in pochi lo conoscono”. Evidentemente il giornalista aveva in mano un corposo dossier, fornito da associazioneingegneriarchitettiacesi, a giudicare l’enfasi profusa nel redarre l’articolo. Peccato ignorasse tutto il nostro lavoro preliminare. Di fatto, non sappiamo cosa è poi stato fatto in favore del sito durante questa convenzione (documenti richiesti, come accesso agli atti, al direttore del Parco, dott. Giuseppe D'Urso e mai forniti) di cui sembrerebbe non sapere nulla neppure l’attuale direzione del Parco. Tra l'altro, a questa convenzione (fantasma) è seguito un contributo, pare di 15.000 euro, elargito dal Comune di Acireale per valorizzare un sito di proprietà della Regione Siciliana cui spetta manutenzione e valorizzazione.

 

   Nell’articolo si da’ ampio risalto ad una presunta iniziativa di altri che non ha storia in merito, ignorando otto anni di lavoro, ricerche, eventi, convegni e vario altro ad opera dell’Associazione Culturale Accademia di Arti e Culture di Acireale. Già dal 2010 con il Primo premio: “Beni Culturali: Nell’Arte il Sentimento del Tempo”, il patrocinio dell’Università di Catania (Facoltà di Lettere Classiche e Filosofia), dell’Iccrom (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali), dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, dell’ARS, del Club Unesco di Acireale, della Città di Acireale si dava inizio all’idea “Un’Opera d’Arte non è mai fine a se stessa” e si ponevano le basi per portare alla luce anni di lavoro del compianto Ing. Giuseppe Tomarchio già direttore dell’Archeo Club di Acireale in merito ai resti di un tempietto risalente al I° sec. d.C. in Capomulini. Le giornate di studio si concludevano con un incontro nell’antisala consiliare del Palazzo di Città di Acireale.Tali ricerche hanno evidenziato frequentazioni e culture più antiche, sicuramente preistoriche di popoli o grandi tribù provenienti da lontane aree della terra, principalmente da oriente e non certamente da aree italiche od europee.

   Reperti acquisiti in loco dalla soprintendenza di Siracusa prima, e da quella di Catania dopo, sono tuttora in "lista di attesa, dagli anni 50 e dagli anni 2000. Esistono ancora? Parrebbe di no. Tali reperti sono stati chiaramente indicati dall'ing. Tomarchio prima e dal prof. Edoardo Tortorici qualche anno fa. Attualmente il sito risulta essere assai deteriorato, abbandonato all'incuria e alla devastazione; non ha più niente da offrire, almeno dal sottosuolo.

    Sono seguiti Incontri, competizioni culturali con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco di Roma, g.c. dal Presidente Prof. Giovanni Puglisi. Con il patrocinio dell’Iccrom di Roma g.c. dall’ex direttore generale Monsieur Mounir Bouchenaki e poi a seguire pubblicazioni nel 2015. 2016 e 2017 fino ad arrivare all’apertura del cancelletto di via Nissoria 47 grazie al nostro impegno, alla disponibilità dell’ex Dirigente Regionale del Dip. Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Dott. Gaetano Pennino e dell’ex responsabile del Polo Regionale di Catania per i Siti Culturali (da quel fine agosto in pensione) Dott.ssa Maria Costanza Lentini. Apertura del cancelletto (previa scerbatura e rimozione dello scerbato) per una classe dell’Istituto Comprensivo Paolo Vasta di Acireale documentato da emittente televisiva locale e poi per una classe dell’Istituto di Istruzione superiore (Licei Classici) Gulli e Pennisi di Acireale per un patto formativo di alternanza scuola-lavoro conclusosi nell’antisala consiliare del Palazzo di Città di Acireale l’8 Marzo del 2017 alla presenza di assessori comunali, dirigenti comunali e dirigente scolastico Liceo Classico Gulli e Pennisi e Liceo Scientifico Archimede di Acireale  prof. Riccardo Biasco.

 

 

   Durante questo lungo percorso, ci siamo scontrati con muri di gomma e problematiche mai affrontate. Il sito del tempietto, ad esempio si trova in un’area privata mentre la palazzina attigua all’area, autorizzata negli anni sessanta dalla Soprintendenza di Siracusa, si trova in area di proprietà della Regione a causa di un refuso di particelle. Non conosciamo l’esatta quantità di reperti asportati dalla soprintendenza durante gli scavi e che fine hanno fatto. Pare si trovino, oltre duecento casse, nei sotterranei di via Luigi Sturzo sede della Soprintendenza di Catania. Il sito è parte del Parco a rete, archeologico e paesaggistico (hanno omesso naturalistico) della “Valle dell’Aci” ricadente nei comuni di Acireale, Acicatena, Acicastello, Aci Sant’Antonio e Valverde per la cui promozione, valorizzazione e fruizione, previo arricchimento dei contenuti, abbiamo avanzato proposta ai vari sindaci. Al momento detto Parco è infruttifero e probabilmente qualche sito ha costi notevoli e ingiustificati per la comunità.

   Sempre nel 2017: E’ stata siglata lo scorso giovedì 16 febbraio 2017, presso la sede dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam Cnr) di Catania, una convenzione operativa per attività di ricerca nell’area del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci, tra il Polo regionale per i siti culturali di Catania e l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche.

   Un ampio programma di attività multidisciplinari messo a punto dai due istituti vedrà la partecipazione dei ricercatori dell’IBAM e di giovani studenti e laureandi dell’Università di Catania.

   La convenzione - autorizzata dall’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Carlo Vermiglio e dal dirigente generale del Dipartimento regionale, Gaetano Pennino - della durata di due anni, darà l’avvio ad un importante progetto di ricerca che vedrà dialogare l’Istituto catanese del Cnr, altamente specializzato in indagini sul patrimonio culturale con una forte componente tecnologica, e il Polo regionale di Catania competente sul territorio.

   L’interesse primario dell’accordo è quello di sperimentare e applicare nello straordinario contesto del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci indagini innovative che consentano di giungere ad un sapiente processo di conoscenza di questo prezioso patrimonio culturale. Solo chiacchiere! Nessun iter è mai stato avviato.

  Sempre nel 2017: A causa di nuovo Governatore (nov. 2017), nuovi Assessori e nuovo Responsabile del Polo Regionale di Catania, ci siamo dovuti temporaneamente fermare nella nostra opera.

   Vicissitudini dell’area archeologica di Capomulini: Tra i vari tentativi di ricerca di visibilità registro quello dal FAI locale con tentativo di ingresso nell’area tempietto nel marzo del 2016, pubblicizzato nel loro sito web con orari di apertura e chiusura, quando il sito era impraticabile a causa di una fittissima vegetazione e presenza di amianto. Il sito è poi stato bonificato nel 2017 e reso accessibile, grazie alla mia iniziativa in collaborazione con l’ex assessore comunale acese e la ditta incaricata per il trasporto degli scarti vegetali. Le foto in appresso pubblicate testimoniano la nostra versione. Per accedere a tale sito necessita l'autorizzazione da parte del Parco archeologico di Catania e sicuramente non del sindaco. Da chi erano stati autorizzati?

 

 

 

 

   Le prime tre foto, indicano chiaramente che nel 2016 il sito di via Nissoria, 47 era inaccessibile, lo è stato poi nel 2017 come evidenziato nelle tre foto successive..

 

 

 

 

   Ometto la magra figura rimediata dall’ex amministrazione acese (sindaco Barbagallo e assessore Coniglio) nel tentativo di spacciare per propria l’apertura del cancelletto di via Nissoria 47 con una goffa, inopportuna e insignificante inaugurazione il 20 Maggio del 2017 senza invitarci, nel corso della quale, intervenuto a sorpresa, ho dovuto narrare ai pochi intervenuti la storia del sito perché tra gli “organizzatori” nessuno aveva cognizione di causa e competenze.

   Sempre nel 2019, fresca di nomina, l’ex direttore del Parco Gioconda Lamagna, rigetta una nostra proposta di gestione in convenzione dell’area tempietto, mi mette alla porta e mi assicura che iniziative simili a quella portata a temine con la dott.ssa Maria Costanza Lentini non sarebbero più state consentite. Nel frattempo vengono “celebrati” incontri “istituzionali” allo scopo di autoincensarsi vicendevolmente mentre il sito di Capomulini, area tempietto veniva riavvolto da fittissima vegetazione e oggetto di atti vandalici. Continuano nel frattempo nomine ed incarichi a “comitati tecnico-scientifici” senza un obiettivo preciso se non quello (fallito) di valutare una nuova coltivazione di arance da parte dell’Università di Catania). Ad un incontro avvenuto presso il salone dell’Accademia degli Zetanti in Acireale (di cui sinceramente non ne ho compresa utilità ed obiettivi) il prof. Edoardo Tortorici ha parlato di centinaia di cassette di reperti ma di essi non trovo traccia. Ci sono segnali, a dir poco inquietanti, che il sito, presto o tardi, possa diventare un parcheggio privato…

   Così è rimasto fino al Giugno del 2024, lo è dal dicembre 2022, il sito di Capomulini, via Nissoria, 47, che ospitava un tempietto romano eretto intorno al I sec. d.C. L'area è parte integrante di una documentata stazione neolitica. Pare sia stata nominata una "commissione" tecnico-scientifica per rianalizzare quanto fino ad ora prodotto (niente); esattamente come le commissioni d'inchiesta che, dopo aver elargito denaro pubblico, se ne escono con un niente di fatto. Commissioni, poltrone, incarichi, benefit, parcelle e vario altro, sempre a carico del contribuente. Il sito, come detto, ricade all'interno di un fantomatico Parco a rete denominato "Valle dell'Aci" ricadente nei comuni di Acireale, Acicatena, Acicastello, Aci Sant'Antonio e Valverde che se ben argomentato e valorizzato avrebbe un senso ed un valore; così no. Tutto rimane sulla carta, nonostante tutti ne parlino senza nessuna cognizione di causa e conoscenza. Ma questa è l'informazione dei nostri tempi...

Considerazione finale agosto 2024

   La proposta espressa, qualche anno fa, in nome dell’Associazione Culturale editrice Accademia di Arti e Culture è stata quella di elaborare ed arricchire per la parte preistorica e protostorica i siti del Parco archeologico, paesaggistico e naturalistico della Valle dell’Aci, ricadenti nei comuni di Acireale, Acicastello, Acicatena, Aci Sant’Antonio e Valverde decisamente lacunose e imprecise. Concessione verbale da parte dei sindaci e tentativo di coinvolgimento della Regione Siciliana, proprietaria e responsabile del Parco, con la richiesta di concessione di incarico a tempo determinato per la realizzazione del piano di lavoro MA … la Regione (ci hanno detto dall’Assemblea della Regione Siciliana) non da’ incarichi di questo genere a meno che non sei un’associazione culturale senza fini di lucro, lo fai gratis e ti assumi anche delle responsabilità.

   Nel frattempo il patrimonio si disperde per incuria, azioni dell’uomo e cause naturali; si susseguono nomine di direttori, comitati tecnico scientifici fra gli addetti ai lavori ovvero i soliti noti. Questa è l’autonomia della Regione Siciliana; in Calabria queste cose si possono fare secondo norme Nazionali.

Il presidente Rosario Rigano

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 L’Associazione è un luogo di confronto sulle tematiche legate allo studio e all'approfondimento del valore intrinseco dei beni culturali, mobili, artistici e architettonici, archeologici e dei beni paesaggistici; contribuisce a diffondere sul territorio la cultura della cura, preservazione, tutela, restauro, fruizione, valorizzazione, promozione, e gestione del patrimonio culturale per la ricchezza del territorio, la tutela dell'ambiente atto ad accogliere un turismo culturale e d’elite.


 
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Acireale, aprile 2024
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