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Associazione Culturale editrice

"Accademia di Arti e Culture"

 

L'Associazione Culturale editrice "Accademia di Arti e Culture" favorisce l'ingresso di nuovi iscritti/e con piccole quote di adesione.

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Il Presidente

Rosario Rigano

L’Associazione è un luogo di confronto sulle tematiche legate allo studio e all'approfondimento del valore intrinseco dei beni culturali, mobili, artistici e architettonici, archeologici e dei beni paesaggistici; contribuisce a diffondere sul territorio la cultura della cura, preservazione, tutela, restauro, fruizione, valorizzazione, promozione, e gestione del patrimonio culturale per la ricchezza del territorio, la tutela dell'ambiente atto ad accogliere un turismo culturale e d’elite.
  Mission:
- Educare al patrimonio.
- Abilità ad osservare ed analizzare i Beni Culturali.
- Conoscenza dei e sui Beni Culturali.
- Conoscenze storiche in cui i Beni Culturali siano elementi importanti.
- Conoscenze storico-artistiche in merito alle forme e ai valori estetici dei BB.CC.
- Conoscenza del territorio in cui i BB.CC. sono iscritti.
- Educazione del cittadino.

 

Il Presidente

Rosario Rigano

 

 

 

  

   Origine del nome Trinacria e differenza con il sostantivo Triscele.

   Secondo la ricostruzione del prof. Enrico Caltagirone, glottologo centuripino appassionato di storia della Sicilia ed in particolar modo dei Siculi, questo popolo di navigatori, proveniente da un’area indo-pakistana, si stabilì nella parte orientale dell’isola ed alla meravigliosa vista, arrivando dal mare, di quest’immenso e verdeggiate luogo posto sul mare Ionio decisero di dare nome Trinacie che in lingua sanscrita significa giardino o luogo verdeggiante, sorpresi e stupiti per la bellezza dei luoghi e per la natura lussureggiante sin dalle coste.

   Nulla ha dunque a che vedere con il Triscele che trova riscontro in una storia molto più antica e nell’area romeno-ungherese precisamente in Transilvania intorno al 4500 a.C.

 

   Partiamo dalla rilevazione che in quell’area c’è una regione chiamata Terra dei Siculi.

   Il nome Terra dei Siculi (in ungherese: Székelyföld; in rumeno: Ținutul Secuiesc; in tedesco: Szeklerland; in latino: Terra Siculorum) si riferisce ai territori abitati prevalentemente dai Siculi di Transilvania, un sottogruppo etnico ungherese della Transilvania orientale. Vivono nelle valli e le colline dei Monti Carpazi orientali, corrispondente agli attuali distretti rumeni di Harghita, Covasna e Mure.

   Originariamente, il nome Terra dei Siculi denotava una regione autonoma all'interno della Transilvania. È esistito come entità giuridica dal medioevo fino al Compromesso austro-ungarico del 1867, quando è stato sostituito da una contea. Insieme con la Transilvania, divenne parte della Romania nel 1920, tornò in Ungheria nel 1940 e fu successivamente riunito alla Romania nel 1945. La zona era una regione autonoma all'interno della Romania nel periodo 1952-1968, e oggi ci sono iniziative dei Siculi per raggiungere un più alto livello di autonomia governativa per la Terra dei Siculi all'interno della Romania.

 

   A ovest del mar Nero, in Romania, Ukraina e Moldavia comparve improvvisamente una grande cultura chiamata dagli archeologi “Cucutena – Tripillian”. Un popolo con un livello di conoscenze sorprendenti. Era certamente quella parte di pre-indoeuropei fuggita dal mar Nero perché esprimeva le stesse caratteristiche; costruivano le loro città con forma concentrica, grandi mura e centro di forma regolare (vedi Grammichele – Sicilia). Qui impararono a coltivare la vite, a scavare canali nelle montagne per canalizzare le acque.

 

   Improvvisamente però i Cucuteni cambiarono il loro modus vivendi, da pacifici allevatori e coltivatori diventarono guerrieri iniziando a prepararsi per combattere; cambiarono le strutture delle loro città facendole diventare piccole fortezze con fossati, palizzate e soprattutto spostandole in posizioni sopraelevate. Perché?

 

   Si scopre che verso il IV° sec. a.C. popoli di lingua altaica (lingua oggi parlata da circa 250milioni di persone in uso nell’Asia centrale e settentrionale Mongolia compresa) provenienti dalle steppe che avevano imparato a domare i cavalli e cavalcarli, invasero i territori abitati dai Cucuteni che presi alla sprovvista e parzialmente sopraffatti scelsero di emigrare. Nel breve lasso di tempo del contatto con essi, impararono loro stessi a domare e cavalcare i cavalli e pure a combattere. Si evince da ciò che i Siculi erano fondamentalmente un popolo di indole pacifica e che sono stati costretti a mutare la loro indole ai soli fini di difesa e sopravvivenza. Mutarono il loro status sociale da matriarcale a patriarcale perché avevano capito che solo così avrebbero potuto organizzare la vita sociale dei loro villaggi.

 

   C’è da sapere che i Cucuteni avevano come simbolo di popolo il triscele oggi simbolo della Sicilia. Il nome Cucuteni deriva dal fatto che i loro resti furono ritrovati vicino alle città Cucuteni in Romania e Tripillya in Ucraina; ma dunque non era quello il loro vero nome. Si pensa che il nome Siculi nacque proprio in quel territorio; tant’è vero che nella lingua di un altro popolo limitrofo, ossia i padri dei futuri Celti, con il SICKLE indicavano la falce, strumento di quel popolo di falciatori, allevatori e agricoltori con cui venivano identificato il popolo dei Siculi.

 

   Il triscele rappresenta la triade di divinità maschili simbolo dell’Altai dove emerge Shiva, il dio che danza sul mondo bruciandolo per poi rigenerarlo dalle sue ceneri.

 

 

 

   In Transilvania orientale, vive a tutt’oggi un popolo chiamato Siculi (Sequi in rumeno e Secli in ungherese). Esso è concentrato in un’area posta tra Ungheria e Romania chiamata la terra dei siculi, tra le valli e le colline dei monti Carpazi. Loro caratteristica affine ai siciliani è la rappresentazione del sole e della luna presente nella loro bandiera e spesso rappresentata anche in Sicilia. Provenienza degli Zeckeli o Zecheli è la zona dell’Altai, loro caratteristica principale era quella di popolo guerriero a cavallo, ovvero l’incrocio tra Cavalieri delle steppe e Cucuteni. La Romania rimane così erede delle culture dei Cucuteni-Tripillya.

 

   Nel 3500 a.C. i Siculi invadono i territori denominati di cultura Vinca, la prima nel mondo ad aver sviluppato la scrittura espressa nelle tavolette di Tartaria e risalenti al 5300 a.C.

 

   Con l’arrivo dei Siculi la cultura Vinca, pacifica e matriarcale, sembrò dissolversi nel nulla ma in realtà quel popolo o quello che ne rimase, probabilmente emigrò a Creta dando origine alla nascita dei Minoici; tant’è che gli studiosi individuano il passaggio della scrittura delle tavolette di Tartaria nella scrittura lineare aminoica.

  

 

Tempi Luoghi Eventi: Prefazione

Preambolo e Presentazione

L'Identità siciliana

viene da molto lontano

 

Deep State - Deep Church Il mondo sommerso si manifesta

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