Un percorso della storyteller Siculina nei Tempi,
nei Luoghi e negli Eventi del popolo dei Siculi.
Ricerca, cultura e informazione
hanno tre obblighi comuni: primo tra tutti la
verità poi l’obiettività e a seguire
l’immediata divulgazione senza compromessi
delle nuove conoscenze acquisite. Le responsabilità
storiche non potranno mai essere cancellate.
Questo è un viaggio nel tempo,
quel tempo che muta con la cultura e le civiltà.
Tempi
o scorrere del
tempo, come il fluire delle cose, dei fatti, degli
avvenimenti e di tutto ciò che l’accadere delle cose
della vita, delle cose di tutti i giorni, di odio e
di amore, di affetti, di passioni, di violenze… di
indifferenza all’interno di una successione
illimitata di istanti da cui scaturiscono tutte le
espressioni artistiche anche non verbali. Da qui
fioriscono le culture di ogni popolo in ogni parte
del mondo che con grande passione di organismi
internazionali preposti si sta cercando di tutelare.
Al contrario dalle nostre parti assistiamo ad un
tentativo di innesto di quella gramigna definita
incultura.
Dalla riflessione sul tempo, dei sentimenti del
tempo, scaturisce un percorso, tale percorso è stato
oggetto di approfondimenti e definizione lungo la
storia del pensiero umano.
In particolare quel tempo che scaturisce dalle
rappresentazioni mitiche dell'età classica greca con
le contrapposizioni che i filosofi di Elea, ed in
particolare Parmenide, costituiscono tra tempo ed
eternità, associando al tempo, cifra del mutamento e
al mondo delle apparenze sensibili, l'eternità
dell'ESSERE unico ed immutabile. Ma l’avventura
dell’uomo qui insita è cosa assai diversa di quella
intesa dal mito ellenico
Il tema del tempo come storia, storia umana che
cammina verso il suo compimento, sembrava così
tramontato; pur tuttavia se tempo come storia si
vuol riferire ai fatti ed agli eventi che
caratterizzano il nostro esistere, la cosa
Trova qui le giuste valutazioni.
Ora qui voglio essere questo tempo, un'accurata
interpretazione del tempo come progetto di cose
fattibili quindi attuabili e costruttive che possano
andare ai posteri di ciò che è realmente stato,
nella maniera più semplice e chiara possibile.
Quindi non tempo come successione di secondi,
minuti, ore e giorni ma tempo come concetto ciclico
che evidenzi come la nozione del medesimo non sia
astratta ma venga percepita nelle cose e negli
eventi creati dall'uomo.
Luoghi:
il pianeta. Non Ambito spaziale idealmente o
materialmente determinato ma neppure Spazio
circoscritto riconducibile a entità geografica o
topografica, oppure alle caratteristiche o alle
funzioni proprie di un ambiente La geografia
umana considera i luoghi come spazi emotivamente
vissuti.
L'elemento soggettivo, in tal caso, prevale
sull'oggettività dei dati puramente fisici: il luogo
acquista importanza per i sentimenti, i ricordi e le
suggestioni che trasmette al singolo individuo,
attraverso modalità del tutto personali. Lo studio
delle geografie private si avvale di strumenti quali
la letteratura, il cinema o la pittura. Attraverso
le espressioni artistiche, il luogo si carica di una
moltitudine di significati e simboli che concorrono
a crearne l'esclusività e a definirne il Genius
loci: lo spirito, il carattere, l'anima di un
luogo. Genius loci, ad esempio, è l'atmosfera che si
respira in un determinato quartiere, i colori delle
case, gli odori, i suoni, o la parlata della gente
che vi abita; individuando, così, le caratteristiche
socio-culturali del quadro ambientale, la sua
identità.
Eventi:
involuzioni ed evoluzioni del territorio. La storia
dell'uomo è l'insieme delle vicende umane
all'interno della Storia della Terra. Secondo
l'Ipotesi dell'Evoluzione di Darwin, l'uomo è il
frutto di un processo evolutivo, dunque l'inizio
della storia dell'umanità può essere fatto risalire
a diversi stadi di questo sviluppo: la si può
intendere dalla comparsa del primo manufatto
tecnologico australopithecino, a partire dalla
comparsa del genere Homo, oppure a partire dalla
comparsa di Homo sapiens, il cosiddetto "uomo
moderno", circa 200.000 anni fa.
Con tale definizione si può preferire indicare la
storia dell'uomo moderno, dotato di caratteri
anatomici identici all'uomo odierno e di una cultura
artistica e spirituale
Perché la Sicilia ha poco o niente a che fare con la
cosiddetta unità d’Italia e con molte altre regioni
dello stivale.
I viaggiatori dell’Ottocento ma pure del Settecento
e ancor prima del Cinquecento,
meno corrotti culturalmente degli “indottrinati” o
dei costretti dei nostri giorni, avevano visto bene
e giusto; primo tra tutti sir William Goethe: “Per
comprendere l’Italia, devi prima aver visitato la
Sicilia”.
Pensavate si fosse riferito solo alla potenza e
generosità della natura oppure all’ingegno,
generosità e senso di umanità delle genti di
Sicilia? Tutti e due!
Perché la seconda? I motivi sono tanti e non sempre
correttamente amalgamati tra di loro. Il lungo
peregrinare dell’uomo ha acquisito conoscente e
fatto esperienze sulla propria pelle e imparando a
proprie spese dagli errori commessi come dai
contatto o scontri con altre genti e con la stessa
natura.
All’inizio del ventesimo secolo un altro
viaggiatore, William Agnew Paton in - Sicilia
pittoresca - aveva scritto: per conoscere l’Europa
si deve conoscere l’Italia. Per conoscere l’Italia
si deve essere ben versati nella archeologia, storia
e letteratura di Sicilia, perché come scriveva
Goethe “l’Italia senza la Sicilia non lascia
immagini nello spirito; la Sicilia è la chiave di
tutto.
Il Paton non è da annoverarsi tra i primi
viaggiatori che hanno attraversato la Sicilia,
contare la totalità dei quali si è dimostrato un
compito assai arduo... Lo scrittore americano non ha
da compiere una impresa evangelica, non ha
l'ambizione che il suo sia un Grand Tour... e non ha
neanche interessi scientifico-naturalistici. Il
Paton, rimasto nell'Isola per oltre sei mesi, al di
là del titolo che lascerebbe pensare che nel suo
diario faccia semplicemente un'analisi
paesaggistico-architettonica di quanto osserva, è
consapevole del ruolo svolto dall'Isola
nell'antichità e capace di superare i pregiudizi che
la vogliono terra di briganti, di disordini sociali
e di terremoti... La sua capacità dialettica sta nel
saper fondere l'analisi dei caratteri e delle
condizioni di vita di un popolo con la descrizione
dei suoi monumenti che rivive nella loro storicità
appassionando il lettore con un linguaggio vivo,
ardente e capace di suscitare emozioni.
L’identità dell’uomo è espressa in parecchi modi,
primo tra tutti con il suo linguaggio e con le sue
tradizioni. La lingua parlata e quella tramandata.
Quindi per risalire ai percorsi, al cammino
dell’uomo nei tempi sarà indispensabile collegare
segni, parole, alfabeti.
Intorno alla metà del
cinquecento, Tommaso Fazello, autore del “De
Rebus Siculis decades duae”, indicava la
“Montagna” divisa in tre regioni; decantandola con
mirabili versi: quella regione è tutta amena, ornata
di bellissime vigne, e d’ogni specie di frutti
domestici, e le campagne che vi sono, producono
biade bellissime”.”l’altra regione che segue nel
detto monte, è tutta piena di boschi, e dura quasi
dieci miglia”.
Nel 1558, spinto da Paolo Giovio dopo ventennali
ricerche, diede alle stampe presso la tipografia
Maida di Palermo il De Rebus Siculis Decades Duae,
il primo libro “stampato” sulla storia della
Sicilia: la prima decade è di carattere geografico e
descrittivo, mentre la seconda è di carattere
storico. Si tratta di un'opera fondamentale per la
topografia e la geografia della Sicilia, scritta in
elegante latino, importante altresì come primo
esempio di topografia storica e archeologica;
contiene inoltre una storia della Sicilia dalle
origini mitiche fino ai tempi dell'autore.
Fu per dieci volte priore del convento di San
Domenico a Palermo e due volte provinciale di
Sicilia. Fu tanta la sua fama che nel 1558 fu
designato come generale dell'Ordine, ma modestamente
rifiutò l'incarico. Frate domenicano, non si sa con
certezza se Tommaso, al pari di suo fratello
Girolamo, abbia studiato teologia a Padova. Fu a
lungo insegnante a Palermo, a partire dal 1555,
presso il convento di San Domenico.
Vestì l'abito in San Domenico a Palermo e ben presto
con la sua dottrina ed eloquenza divenne uno dei
maggiori oratori dell'epoca.
Tra le scoperte di Fazello i siti di Akrai, Selinunte, Eraclea
Minoa e del tempio di Zeus Olimpio ad Agrigento.
Compose altre opere che lasciò inedite, tra le quali
le Conciones variae ed il De regno Christi (sebbene
quest'ultima venga attribuita da Pirro al fratello
di Tommaso, Girolamo).
Fazello é stato definito Padre della storia
siciliana e Livio siciliano.
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